Telegramma. Incontro con sottosegretario Saglia.

Incontrato alla camera il Sottosegretario allo Sviluppo Economico On. Stefano Saglia. La delegazione era formata da Stefano Mannacio, portavoce del CUPS, la Presidente dell’Associazione Familiari Vittime della Strada Giuseppa Cassaniti Mastrojeni e dall’avv. Gianmarco Cesari, legale dell’associazione. E’ stato presentato il problema dello scandalo macro-permanenti con dovizia di particolari. Il Sottosegretario  ha garantito il suo fattivo interessamento. La posta in gioco è comunque altissima. Un grazie all’On. Enzo Raisi.

P.S. Domani ricordo di sintonizzarsi su www.Libertiamo.it per articolo su professione forense.

7 Commenti

  1. Migotti Omar

    Ovviamente un grazie al nostro portavoce Mannacio così come a tutti i rappresentanti di tutte le Associazioni che hanno fatto sentire la loro voce contro questa proposta di legge assolutamente iniqua e frutto prima di tutto di un interesse economico evidente delle compagnie assicuratrici che l’hanno voluta e sostenuta.

    Speriamo che una volta tanto si faccia un passo indietro e si tenga effettivamente conto anche dei diritti dei danneggiati, che da una decina d’anni a questa parte sono stati letteralmente mortificati da una serie di provvedimenti legislativi a dir poco censurabili!

    Cordiali saluti a tutti.

    STUDIO PARDELLI
    Migotti O.

    Risposta
  2. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Il risarcimento del danno alla persona, non è un indennizzo contrattuale. Che nessuno osi perequarlo. Il risarcimento del danno alla persona, anzi l’integrale risarcimento alle persone, non è un prodo tto economico, non è una merce di scambio con altre nazioni, non può esser merce di trattative commerciali per/nei mercati interni ed esteri. Quanto vale una vita umana? Lo dica il Ministro dello Sviluppo Economico che di altro di dovrebbe occupare, oppure se lo faccia dire, che lo sa di sicuro, dall’illustre dott. Verdone, che considera i danneggiati dei questuanti, così come i loro patrocinatori.
    Forse per far rispettare i gli antichi e bibblici diritti umani, di cui se ne discute ancor oggi, nonostante il tempo passato, dobbiamo chiedere l’intervento dei Caschi Blu?
    Prof.ssa Pina Cassaniti, Lei sa come fare! La Sua lingua, è più tagliente di una uchigatana! Avanti così!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Aveva ragione Ezra Paund!

    Risposta
  3. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Un ringraziamento particolare va unitamente al nostro pensiero benevolo, in primis al nostro collega Stefano Mannacio, portavoce del CUPS, poi alla indimenticabile guerriera, il presidente dell’Associazione Familiari Vittime della Strada (AFVS) Giuseppa Cassaniti Mastrojeni e all’ominipresente e strorico legale dell’associazione AFVS, l’avv. Gianmarco Cesari. Un ringraziamento anche all’On. Enzo Raisi che finora si è mostrato molto sensibile alle nostre legittime istanze.

    Risposta
  4. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Sorprendentemente in chiaro, e non in politichese, il blog dell’On. Enzo Raisi: pane al pane, vino al vino.
    Una vera rarità!!!!!

    Risposta
  5. Castellani S. Studio Mazzoni Terni

    Mi associo agli altri nel fare i complimenti a tutti e rinnovo la stima nei confronti del nostro portavoce Stefano Mannacio.
    Speriamo che una volta tanto si riesca a scavalcare la potenza dell’ANIA e delle compagnie di assicurazione a cui interessa solo ed esclusivamente il profitto e non la salute del cittadino.
    Ricordatevi dell’ipocrita pubblicità dell’ANIA che invita tutti alla prudenza per non restare menomati negli incidenti stradali….pensate che questa sia la loro preoccupazione?
    Un saluto a tutti.

    Risposta
  6. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Come sopra consigliato dal ns. portavoce Stefano Mannacio più sopra, su questa stessa pagina ieri, oggi il seguente articolo, è stato finalmente pubblicato sul sito “www.libertiamo.it”, pertanto colleghiamoci col sito di libertiamo, e commentiamo liberamente, in lungo e in largo sull’argomento del giorno; i commenti servono, serviranno, quali mini-istanze, a formulare un propulsore di spinta atto a spingere e contrastare le forze di segno inverso. Il comma 6 dell’art. 2 va cancellato in toto e mai più ripreso, è illegale:
    “”Fuori dai casi in cui ricorrono competenze espressamente individuate relative a specifici settori del diritto e che sono previste dalla legge per gli esercenti altre professioni regolamentate, l’attività di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale è riservata agli avvocati.””.
    Ecco di seguito, cosa è stato pubblicato oggi, da divulgare massivamente. Chiunque può commentare, anche più volte, facciamo sentire il ns. vocione seriamente incavolato, dobbiamo esser assolutamente compatti e determinati, costi quello che costi, anche a stare dietro le barricate:
    “”” Un’altra ‘liberalizzazione’ di questa maggioranza: in arrivo la controriforma forense. Inserito il 28 settembre 2011 (guarda anche: Assoprofessioni, avvocati, Berloffa, Mannacio, professioni non regolamentate, riforma forense).
    Un’altra ‘liberalizzazione’ di questa maggioranza: in arrivo la controriforma forense.
    -Oggi pomeriggio la commissione giustizia della Camera dei Deputati riprenderà l’esame della proposta di legge sulla nuova disciplina della professione forense, già votata al Senato in prima lettura.
    Chiariamolo subito:
    se la riforma sarà approvata così com’è, avrà effetti devastanti e incontrollabili sull’economia del paese.
    Premessa:
    non affronteremo il tema di come sarà modificata l’organizzazione della classe forense, limitandoci ad osservare che molte associazioni di avvocati hanno evidenziato clamorose storture a svantaggio delle giovani generazioni. La proposta di legge contiene il seguente formulato, che è ben difficile considerare come un tassello, di quella “Rivoluzione liberale” che viene da tempo promessa.
    Art. 2 …..
    6. Fuori dai casi in cui ricorrono competenze espressamente individuate relative a specifici settori del diritto e che sono previste dalla legge per gli esercenti altre professioni regolamentate, l’attività di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale è riservata agli avvocati. È comunque consentita l’instaurazione di rapporti di lavoro subordinato ovvero la stipulazione di contratti di prestazione di opera continuativa e coordinata, aventi ad oggetto la consulenza e l’assistenza legale stragiudiziale, nell’esclusivo interesse del datore di lavoro o del soggetto in favore del quale l’opera viene prestata. Se il destinatario delle predette attività è costituito in forma di società, tali attività possono essere altresì svolte in favore dell’eventuale società controllante, controllata o collegata, ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile. Se il destinatario è un’associazione o un ente esponenziale nelle diverse articolazioni, purché portatore di un interesse di particolare rilievo sociale e riferibile ad un gruppo non occasionale, tali attività possono essere svolte esclusivamente nell’ambito delle rispettive competenze istituzionali e limitatamente all’interesse dei propri associati ed iscritti. È altresì consentita, nelle medesime forme e con gli stessi limiti, la prestazione di consulenza da parte di professori universitari di ruolo e di ricercatori confermati in materie giuridiche.

    Come espresso da Assoprofessioni in una recente audizione in Commissione Giustizia se tale maionese impazzita di parole dovesse diventare legge, l’effetto sarà esplosivo. Proviamo ad immaginare il desolante scenario:
    Le professioni non regolamentate da albi o collegi che esercitano in modo autonomo attività stragiudiziale e consulenza legale saranno spazzate via. Migliaia di studi che svolgono attività ormai affermatesi sul mercato da mezzo secolo e riconosciute da una consolidata giurisprudenza di merito, come quella di esperto di infortunistica stradale, studi di consulenza su rami del diritto innovativi (p.e. privacy, ambiente, informatica, bioetica, commercio internazionale) cesseranno ex abrupto la loro attività. Gli stessi professionisti, secondo la demenziale statuizione, potrebbero invece svolgere la loro attività se dipendenti di una impresa. Liquidatori si, patrocinatori no. Consulenti legali no, giuristi di impresa si. Un’insopportabile discriminazione. Cesseranno quindi di esistere migliaia di imprese dedite alla composizione stragiudiziale delle controversie scelte da clienti e aziende, soprattutto quelle medio-piccole, non solo per costi concorrenziali ma per l’offerta di una competenza verticale in un ramo del diritto e una gestione “chiavi in mano” del servizio al cliente. Tali attività saranno assorbite dagli avvocati come in Portogallo, surreale argomento usato dal presidente del CNF a giustificazione della la nuova esclusiva. Se poi si combina l’introduzione della nuova riserva con il ripristino del sistema tariffario imposto da una finanziaria che, invece di liberalizzare le professioni fa diametralmente l’opposto, si può tranquillamente affermare che il risultato sarà quello di gravare cittadini e imprese di una tassa surrettizia a beneficio però non del bene pubblico ma degli interessi privati di una corporazione. Le associazioni di categoria e quelle appartenenti alla mostruosità para-governativa del Consiglio Nazionale dei Consumatori e Utenti, potranno anche loro, senza alcuna giustificazione se non quella di esistere, godere della nuova riserva. Il Senato e la Camera sono stati e sono a tutt’oggi sordi ai pressanti inviti di BCE, Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Antitrust a procedere ad una liberalizzazione delle professioni: una delle poche misure a costo zero per lo sviluppo e la crescita. Se il formulato fosse definitivamente approvato gli altri ordini sarebbero tentati ad assorbire tutto ciò che prima non era a loro esclusivamente riservato. Niente più tributaristi ma solo commercialisti, via osteopati, chiropratici, naturopati ma solo medici, cancellati i counsellor se non psicologi, e via elencando. Si rischierebbe una regressione senza freni che porterebbe il Paese definitivamente fuori dal mercato europeo delle professioni. Dove vi sarebbe la necessità di riconoscere un sistema delle le professioni non regolamentate “leggero”, senza la creazione di nuove esclusive, ordini o “ordinicchi”, potrebbe quindi accadere l’esatto contrario e, soprattutto, si potrebbe distruggere un mercato professionale florido e in via di sviluppo, competitivo e non lamentoso. E’ il mercato, per usare uno slogan, delle professioni “liberate”. Perché tutto ciò potrebbe accadere?
    L’assetto del paese è corporativo, come illustrato recentemente dal rapporto sulle liberalizzazioni dell’Istituto Bruno Leoni, e una delle riprove consiste nel registrare il fatto che su 73 membri complessivi delle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera ben 37 sono avvocati. Si può dunque affermare che “i principi del foro” la norma se la sono detta e cantata da soli perché, nell’iter di discussione al Senato, è prevalsa, salvo qualche luminosa eccezione, l’appartenenza all’ordine anche se in contrasto con le indicazioni del partito. Senza quindi reclamare nuove norme o regolamenti parlamentari, una proposta di buon senso da lanciare potrebbe essere la seguente: i partiti inseriscano nei loro codici di etica precise clausole di conflitto di interesse nella formazione delle Commissioni. Dare infatti la riforma forense in mano agli avvocati “seniores” è come mettere la volpe a guardia del pollaio. Se non ci sarà un chiaro moto contrapposto gli spennati saranno i professionisti non regolamentati, che dovranno chiudere i battenti, i cittadini e gli imprenditori che sborseranno maggiori parcelle senza la garanzia di un miglioramento delle prestazioni.

    DIFFONDI Libertiamo.it! Inserito da:
    Giorgio Berloffa e Stefano Mannacio – che ha inserito 2 articoli in Libertiamo.it. Giorgio Berloffa è laureato in Scienze Motorie e in Pedagogia Speciale. E’ presidente di Assoprofessioni, dell’Unione Nazionale Chinesiologi e della Federazione delle Associazioni per la Certificazione (ente di certificazione accreditato da Accredia), fa parte del comitato di presidenza di Mondoconsumatori. Stefano Mannacio, 41 anni, è laureato in Economia. E’ esperto indipendente in materia assicurativa e consumeristica. E’ titolare di un blog omonimo di tendenza. Economista istituzionale ed eterodosso, è consulente di Assoprofessioni e di alcune riviste specializzate.

    Un plauso e dei ringraziamenti particolari, ancora una volta, a Stefano Mannacio, ns. colega, ns. portavoce, altrettanto anche al presidente di Assoprofessioni, Giorgio Berloffa.
    E ora, tutti a commentare l’argomento che probabilmente ci sta più a cuore!
    Suggerisco e credo che sia una cosa ovvia, firmare il commento, con nome, cognome, città (di lavoro, di residenza, ecc), e la propria attività (patrocinatore stragiudiziale, dottore in legge, avvocato, liquidatore di compagnia, perito di compagnia, ingegnere, utente-cliente, familiare, blogher puro, ecc. ecc.).
    Un “in bocca a lupo a tuttti noi”, e crepi all’istante il lupo!

    Risposta
  7. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Spigolando nel web, ho trovato un interessante articolo:
    Comunicato stampa AIFVS (Ass. Ital. Familiari Vittime della Strada) del 28-9-2011:
    Risarcimento danno biologico: AIFVS chiede ritiro delle tabelle di legge per iniquita’. Il sottosegretario Saglia assicura il suo fattivo interessamento.
    La Presidente della AIFVS Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Giuseppa Cassaniti, accompagnata da una delegazione di Esperti, ha rappresentato al Sottosegretario Stefano Saglia del Ministero dello Sviluppo Economico l’iniquita’ dei valori economici delle tabelle di legge del danno biologico, stabilite dal DPR del Consiglio dei Ministri del 3 agosto scorso.
    Di fatto il Dpr ha dimezzato l’importo del risarcimento del danno subito dalle vittime della strada e dai loro familiari rispetto a quanto veniva riconosciuto sino ad oggi dai tribunali. La Cassaniti ha chiesto al Sottosegretario e al Governo “di rimediare alla violazione dei diritti umani ritirando il provvedimento ingiusto ed abnorme provvedendo con un decreto governativo a riconoscere le tabelle del tribunale di Milano quali tabelle uniche di risarcimento del danno alla persona, su tutto il territorio nazionale, così come indicato dalle recenti pronunce della Cassazione”. Saglia ha manifestato grande sensibilita’ ed attenzione assicurando il suo fattivo interessamento. L’AIFVS seguirà con estrema attenzione tutte le azioni che verranno messe in atto per assicurare il ripristino dell’equo compenso alle vittime d’incidenti stradali e il ripristino del rispetto dei diritti umani.

    Risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *