Un’altra ‘liberalizzazione’ di questa maggioranza: in arrivo la controriforma forense

Leggete e commentate l’articolo su Libertiamo “Un’altra ‘liberalizzazione’ di questa maggioranza: in arrivo la controriforma forense“ di Stefano Mannacio, portavoce CUPS e Giorgio Berloffa, presidente di Assoprofessione. Non su questo sito ma direttamente sul sito di Libertiamo. Dite la vostra! E’ importante perchè oggi riprende la discussione sulla riforma forense e il termine per la presentazione degli emendamenti sta per scadere!

7 Commenti

  1. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Il ns. portavoce Stefano Mannacio più sopra, ieri su questa stessa pagina, oggi il seguente articolo, è stato finalmente pubblicato sul sito “www.libertiamo.it”, pertanto colleghiamoci col sito di LIBERTIAMO, e commentiamo liberamente, in lungo e in largo sull’argomento del giorno; i commenti servono, serviranno, quali mini-istanze, a formulare un propulsore di spinta atto a spingere e contrastare le forze di segno inverso. Il comma 6 dell’art. 2 va cancellato in toto e mai più ripreso, è illegale:
    “”Fuori dai casi in cui ricorrono competenze espressamente individuate relative a specifici settori del diritto e che sono previste dalla legge per gli esercenti altre professioni regolamentate, l’attività di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale è riservata agli avvocati.””.
    Ecco di seguito, cosa è stato pubblicato oggi, da divulgare massivamente. Chiunque può commentare, anche più volte, facciamo sentire il ns. vocione seriamente incavolato, dobbiamo esser assolutamente compatti e determinati, costi quello che costi, anche a stare dietro le barricate:
    “”” Un’altra ‘liberalizzazione’ di questa maggioranza: in arrivo la controriforma forense. Inserito il 28 settembre 2011 (guarda anche: Assoprofessioni, avvocati, Berloffa, Mannacio, professioni non regolamentate, riforma forense).
    Un’altra ‘liberalizzazione’ di questa maggioranza: in arrivo la controriforma forense.
    -Oggi pomeriggio la commissione giustizia della Camera dei Deputati riprenderà l’esame della proposta di legge sulla nuova disciplina della professione forense, già votata al Senato in prima lettura.
    Chiariamolo subito:
    se la riforma sarà approvata così com’è, avrà effetti devastanti e incontrollabili sull’economia del paese.
    Premessa:
    non affronteremo il tema di come sarà modificata l’organizzazione della classe forense, limitandoci ad osservare che molte associazioni di avvocati hanno evidenziato clamorose storture a svantaggio delle giovani generazioni. La proposta di legge contiene il seguente formulato, che è ben difficile considerare come un tassello, di quella “Rivoluzione liberale” che viene da tempo promessa.
    Art. 2 …..
    6. Fuori dai casi in cui ricorrono competenze espressamente individuate relative a specifici settori del diritto e che sono previste dalla legge per gli esercenti altre professioni regolamentate, l’attività di consulenza legale e di assistenza legale stragiudiziale è riservata agli avvocati. È comunque consentita l’instaurazione di rapporti di lavoro subordinato ovvero la stipulazione di contratti di prestazione di opera continuativa e coordinata, aventi ad oggetto la consulenza e l’assistenza legale stragiudiziale, nell’esclusivo interesse del datore di lavoro o del soggetto in favore del quale l’opera viene prestata. Se il destinatario delle predette attività è costituito in forma di società, tali attività possono essere altresì svolte in favore dell’eventuale società controllante, controllata o collegata, ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile. Se il destinatario è un’associazione o un ente esponenziale nelle diverse articolazioni, purché portatore di un interesse di particolare rilievo sociale e riferibile ad un gruppo non occasionale, tali attività possono essere svolte esclusivamente nell’ambito delle rispettive competenze istituzionali e limitatamente all’interesse dei propri associati ed iscritti. È altresì consentita, nelle medesime forme e con gli stessi limiti, la prestazione di consulenza da parte di professori universitari di ruolo e di ricercatori confermati in materie giuridiche.

    Come espresso da Assoprofessioni in una recente audizione in Commissione Giustizia se tale maionese impazzita di parole dovesse diventare legge, l’effetto sarà esplosivo. Proviamo ad immaginare il desolante scenario:
    Le professioni non regolamentate da albi o collegi che esercitano in modo autonomo attività stragiudiziale e consulenza legale saranno spazzate via. Migliaia di studi che svolgono attività ormai affermatesi sul mercato da mezzo secolo e riconosciute da una consolidata giurisprudenza di merito, come quella di esperto di infortunistica stradale, studi di consulenza su rami del diritto innovativi (p.e. privacy, ambiente, informatica, bioetica, commercio internazionale) cesseranno ex abrupto la loro attività. Gli stessi professionisti, secondo la demenziale statuizione, potrebbero invece svolgere la loro attività se dipendenti di una impresa. Liquidatori si, patrocinatori no. Consulenti legali no, giuristi di impresa si. Un’insopportabile discriminazione. Cesseranno quindi di esistere migliaia di imprese dedite alla composizione stragiudiziale delle controversie scelte da clienti e aziende, soprattutto quelle medio-piccole, non solo per costi concorrenziali ma per l’offerta di una competenza verticale in un ramo del diritto e una gestione “chiavi in mano” del servizio al cliente. Tali attività saranno assorbite dagli avvocati come in Portogallo, surreale argomento usato dal presidente del CNF a giustificazione della la nuova esclusiva. Se poi si combina l’introduzione della nuova riserva con il ripristino del sistema tariffario imposto da una finanziaria che, invece di liberalizzare le professioni fa diametralmente l’opposto, si può tranquillamente affermare che il risultato sarà quello di gravare cittadini e imprese di una tassa surrettizia a beneficio però non del bene pubblico ma degli interessi privati di una corporazione. Le associazioni di categoria e quelle appartenenti alla mostruosità para-governativa del Consiglio Nazionale dei Consumatori e Utenti, potranno anche loro, senza alcuna giustificazione se non quella di esistere, godere della nuova riserva. Il Senato e la Camera sono stati e sono a tutt’oggi sordi ai pressanti inviti di BCE, Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Antitrust a procedere ad una liberalizzazione delle professioni: una delle poche misure a costo zero per lo sviluppo e la crescita. Se il formulato fosse definitivamente approvato gli altri ordini sarebbero tentati ad assorbire tutto ciò che prima non era a loro esclusivamente riservato. Niente più tributaristi ma solo commercialisti, via osteopati, chiropratici, naturopati ma solo medici, cancellati i counsellor se non psicologi, e via elencando. Si rischierebbe una regressione senza freni che porterebbe il Paese definitivamente fuori dal mercato europeo delle professioni. Dove vi sarebbe la necessità di riconoscere un sistema delle le professioni non regolamentate “leggero”, senza la creazione di nuove esclusive, ordini o “ordinicchi”, potrebbe quindi accadere l’esatto contrario e, soprattutto, si potrebbe distruggere un mercato professionale florido e in via di sviluppo, competitivo e non lamentoso. E’ il mercato, per usare uno slogan, delle professioni “liberate”. Perché tutto ciò potrebbe accadere?
    L’assetto del paese è corporativo, come illustrato recentemente dal rapporto sulle liberalizzazioni dell’Istituto Bruno Leoni, e una delle riprove consiste nel registrare il fatto che su 73 membri complessivi delle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera ben 37 sono avvocati. Si può dunque affermare che “i principi del foro” la norma se la sono detta e cantata da soli perché, nell’iter di discussione al Senato, è prevalsa, salvo qualche luminosa eccezione, l’appartenenza all’ordine anche se in contrasto con le indicazioni del partito. Senza quindi reclamare nuove norme o regolamenti parlamentari, una proposta di buon senso da lanciare potrebbe essere la seguente: i partiti inseriscano nei loro codici di etica precise clausole di conflitto di interesse nella formazione delle Commissioni. Dare infatti la riforma forense in mano agli avvocati “seniores” è come mettere la volpe a guardia del pollaio. Se non ci sarà un chiaro moto contrapposto gli spennati saranno i professionisti non regolamentati, che dovranno chiudere i battenti, i cittadini e gli imprenditori che sborseranno maggiori parcelle senza la garanzia di un miglioramento delle prestazioni.

    DIFFONDI Libertiamo.it! Inserito da:
    Giorgio Berloffa e Stefano Mannacio – che ha inserito 2 articoli in Libertiamo.it. Giorgio Berloffa è laureato in Scienze Motorie e in Pedagogia Speciale. E’ presidente di Assoprofessioni, dell’Unione Nazionale Chinesiologi e della Federazione delle Associazioni per la Certificazione (ente di certificazione accreditato da Accredia), fa parte del comitato di presidenza di Mondoconsumatori. Stefano Mannacio, 41 anni, è laureato in Economia. E’ esperto indipendente in materia assicurativa e consumeristica. E’ titolare di un blog omonimo di tendenza. Economista istituzionale ed eterodosso, è consulente di Assoprofessioni e di alcune riviste specializzate.

    Un plauso e dei ringraziamenti particolari, ancora una volta, a Stefano Mannacio, ns. colega, ns. portavoce, altrettanto anche al presidente di Assoprofessioni, Giorgio Berloffa.
    E ora, tutti a commentare l’argomento che probabilmente ci sta più a cuore!
    Suggerisco e credo che sia una cosa ovvia, firmare il commento, con nome, cognome, città (di lavoro, di residenza, ecc), e la propria attività (patrocinatore stragiudiziale, dottore in legge, avvocato, liquidatore di compagnia, perito di compagnia, ingegnere, utente-cliente, familiare, blogher puro, ecc. ecc.).
    Un “in bocca a lupo a tuttti noi”, e crepi all’istante il lupo!

    Risposta
    1. Maria Costa

      E’ assurdo! Noi patrocinatori stragiudiziali seguiamo in maniera professionale questa attività da ben 50 anni!
      Di colpo non possiamo, nè siamo più in grado di farlo?
      Perchè gli avvocati, anzichè lavorare e cercare di collaborare insieme alla nostra figura professionale, cercano la strada più breve, ossia raschiare i fondi dei barili?
      Saluti. Maria Costa.

      Risposta
  2. ClaudioBosco

    Mi sembra impossibile che persone colte ed esperte come i parlamentari italiani non capiscano che questa legge va in senso diametralmente opposto alla liberalizzazione.
    Un gesto di liberalizzazione sarebbe l’abolizione dellordine degli avvocati, lo sanno anche i sassi.
    volete, signori politici, fare qualcosa di bene per il Paese?
    Liberalizzate invece di stringere le catene.
    un grande plauso a me che ho votato per tante volte la casa delle libertà soffocate.
    cosa ci si può aspettare da coloro che hanno già tanto profondamente tradito il proprio elettorato?

    Risposta
  3. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Dal presidente dell’ANEIS:
    “E’ ripreso in Commissione Giustizia l’esame della “riforma forense” e, da quanto va affermando l’attuale Ministro della Giustizia Nitto Francesco Palma, non c’è motivo perché la riforma non debba essere approvata in tempi brevi ! ! ! In definitiva, com’è ormai chiaro, gli avvocati vogliono la riserva esclusiva anche per l’attività di consulenza ed assistenza stragiudiziale, la “nostra” attività. Ahimè, com’erano numerosi al Senato così lo sono anche alla Camera e ciò non fa certo presagire nulla di buono. Per quanti contatti io abbia avuto ultimamente, mi sono sempre sentito dire: “…ma state tranquilli…” e poi “… non vi dovete preoccupare…” e ancora “…stiamo preparando una modifica…” e infine “…tutto tornerà come prima…”, ma ormai sono abituato a queste rassicurazioni, sono le stesse che ho ricevuto mesi or sono dai Senatori e poi… c’è stato un voto trasversale e al Senato è passata! Succederà così anche questa volta? Comunque questa volta la Camera dovrà far i conti con la D.L. n.138/2011 la manovra bis ed in particolare con l’art.3 del Titolo II° Liberalizzazioni che pare dica una cosa diversa da quanto gli avvocati vorrebbero. So bene che tra noi ci sono alcuni che scrivono sul sito che nulla succederà, che noi possiamo stare tranquilli, che la nostra attività resta fuori dalla riserva prevista dalla riforma forense, ma vi assicuro che non è così, vi assicuro che siamo davvero a rischio di “estinzione”. Sono fiducioso nel futuro, ma non per le stesse motivazioni di altri, non perché siamo fuori dalla mischia, ma solo perché sono certo che la norma sarà modificata, ed è per questo motivo dovete attivarvi anche voi tutti, dovete dare una mano a chi la mano la sta tendendo a noi: collegatevi al sito di LIBERTIAMO cliccando sul link sottostante —>—->

    http://www.libertiamo.it/2011/09/28/unaltra-liberalizzazione-di-questa-maggioranza-in-arrivo-la-controriforma-forense/

    leggete l’interessante articolo che vi apparirà e lasciate un commento, contestate come sta facendo Libertiamo la riforma forense, basta un breve commento con nome e cognome, bisogna far capire al Governo la nostra indignazione, bisogna far capire che siamo contrari alla riforma, bisogna far capire al Parlamento che una simile riforma è devastante per l’economia del paese. Come ho avuto modo di dire in una recente audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera “… l’ampliamento delle attività riservate esclusivamente alla categoria degli avvocati non comporta un effettivo accrescimento della tutela degli assistiti, ma determina solamente la fine di una categoria di professionisti – consulenti tecnico e patrocinatori stragiudiziali – che operano onestamente da oltre 50 anni…” ma forse è questo ciò che molti vogliono. Dunque, date una mano anche voi, collegatevi al sito di Libertiamo, lasciate un commento serio e conciso contro la riforma forense, facciamo capire che siamo numerosi, che siamo migliaia e migliaia di professionisti e che siamo stanchi di essere prima tartassati e poi, quando null’altro c’è o quasi da spremere, obbligati a chiudere i nostri studi. Commentate, commentate, commentate, face girare la notizia come sta facendo Assoprofessioni che ci è sempre vicino con il suo presidente Berloffa e come sta facendo il CUPS, di cui ANEIS è la colonna portante, tramite il suo portavoce Mannacio. Voglio leggervi! Luigi Cipriano presidente dell’A.N.E.I.S.”

    Risposta
  4. Diego - Studio 2M

    Ho lasciato il mio commento su libertiamo.it e l’ho fatto anche su altri siti giornalistici e di vari partiti che sono presenti in rete e su facebook. Invito anch’io tutti i nostri colleghi a farlo, usando tutte le possibilità che si trovano sulla rete di internet. Raccogliamo l’invito di Mannacio e di quanti stanno sacrificando parte del loro tempo per portare avanti la nostra battaglia che è comunque una battaglia di libertà. Facciamolo.

    Risposta
  5. Graf

    La lettera “segreta” che la BCE ha spedito all’ Italia,contenente le condizioni che il Governo italiano deve soddisfare per poter godere ancora dell’aiuto europeo, prevede, a chare lettere, la liberalizzazione degli Ordini professionali.
    Vedere sul sito del Corriere della Sera di Giovedì 29 settembre.

    Risposta
  6. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Pubblico la e-mail-invito, speditami dal ns. collega portavoce, Stefano Mannacio; aderiamo con prontezza e ingegniamoci:
    “Gentili iscritti, continuate a commentare e fare commentare l’articolo su Libertiamo (copia e incolla, per collegarsi istantaneamente con l’apposito articolo da commentare, il link sottostante):
    http://www.libertiamo.it/2011/09/28/unaltra-liberalizzazione-di-questa-maggioranza-in-arrivo-la-controriforma-forense/
    Lunedì scadono i termini per la presentazione degli emendamenti e forse qualcuno la sta prendendo sottogamba.
    Presto verrà pubblicato un fax che ognuno dovrà con la propria carta intestata, inviare alla Commissione Giustizia della Camera, titolare che collaboratori di studio dovranno separatamente inviarli. Sarà importante in questo caso inviare non 250
    commenti, ma almeno 3000 (tremila) fax.
    Stefano Mannacio – Il Portavoce.”
    ——->
    Ora qui sotto, pubblico il fax summenzionato, che ogniuno di noi, dovrà inviare, utilizzando la propria carta intestata. Poco importa da dove verrà spedito, l’importante è firmarlo, datarlo e spedirne tanti senza lesinare. Dovranno inviarlo detto fax, tutti i titolari degli studi, i collaboratori interni ed esterni, tutti gli impiegati. E’ indubbio, stante l’elevato di professionisti, ns. colleghi, la Commissione Giustizia, dovrebbe essere come minimo inondata di ns. fax. Facciamo sentire e percepire la ns. forza , il ns. impegno, la ns. determinazione a non mollare per nessun motivo, a qualunque costo:
    P.mo On. Giulia Buongiorno
    Presidente Commissione
    Giustizia della dei Deputati, ROMA
    FAX 06-67606348

    p.c. Ai componenti della Commissione
    Giustizia della Camera dei Deputati
    Oggetto:
    PDL 3900 RIFORMA FORENSE RICHIESTA DI CANCELLAZIONE COMMA 6 ART. 2

    Gentile Presidente, è all’esame della Sua Commissione, la PDL n. 3900 sulla nuova disciplina della professione forense, che all’art. 2 comma 6, fornisce una nuova esclusiva agli avvocati, per le attività di consulenza legale e assistenza legale stragiudiziale. La conseguenza immediata e devastante dell’approvazione di una norma così ingiusta e infondata sarà la chiusura dello studio in cui lavoro e che ho contribuito a far crescere negli anni.
    L’infausto formulato, è peraltro in contrasto con:
    • con la chiara Sentenza a Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che così recita: “la prestazione d’opera intellettuale nell’ambito dell’assistenza legale è riservata agli iscritti negli albi forensi solo nei limiti della rappresentanza, assistenza e difesa delle parti in giudizio, e, comunque, in diretta collaborazione con il giudice nell’ambito del processo, onde, al di fuori di tali limiti, l’attività d’assistenza e consulenza legale non può considerarsi riservata agli iscritti negli albi professionali” (Cass. Civ. Sez. Unite, 3 dicembre 2008, n. 28658).
    • con le segnalazioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas.
    • con l’art. 3 comma 1 della legge 148 del 14/9/2011 nel quale sono espressi con chiarezza i principi della libertà di intrapresa e i relativi limiti e con l’art. 1 e 3 della Costituzione;

    Il mio auspicio è che la Commissione si astenga dal soddisfare ingiustificabili e dannosi appetiti corporativi con l’immediata e saggia eliminazione di un formulato che sembra concepito solo per cancellare, durante un periodo di grave crisi economica, l’attività che esercito da anni, che è radicata in un contesto sociale ed economico e che è riconosciuta dal mercato e dal diritto da oltre mezzo secolo.
    Grato per l’attenzione, porgo i migliori saluti.
    Data Firma

    Risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *