Ultimissime. Nostra opinione su Omniuto. Riforma forense. Resoconto senato su DDL professioni non regolamentate

Partecipate alla RIUNIONE SOCI DEL CUPSIT. VENERDI 16 NOVEMBRE ALLE ORE 16. INVOLUZIONE DEI DIRITTI DELLE VITTIME DELLA STRADA E RIFORMA DELLA PROFESSIONE FORENSE: IL FUTURO DEL PATROCINATORE STRAGIUDIZIALE INDIPENDENTE. Ultimi posti disponibili!

Nostro parere su Omniauto Conciliazione Rca: nuovo accordo Ania-Consumatori

Altalex Riforma forense, Alpa in audizione al Senato: i tempi della legislatura stringono

SENATO 14 NOVEMBRE

Discussione dei disegni di legge:

(3270) Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi (Approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Froner ed altri; Anna Teresa Formisano; Buttiglione ed altri; Della Vedova e Cazzola; Quartiani ed altri)

(1329) GAMBA ed altri. – Disposizioni in materia di professioni non regolamentate e delega al Governo in materia di gestione previdenziale delle medesime professioni

(1464) FIORONI ed altri. – Disposizioni in materia di professioni non regolamentate e delega al Governo per la istituzione di specifiche forme di tutela previdenziale dei soggetti che esercitano le professioni non regolamentate

(Relazione orale)

 

FIORONIrelatrice. Il disegno di legge n. 3270, licenziato dalla Camera dei deputati ha come oggetto le professioni cosiddette non regolamentate o non protette che, in particolare negli ultimi anni, si sono sviluppate prevalentemente nel settore dei servizi alle imprese e dei servizi alla persona, arrivando ad interessare più di tre milioni di lavoratori spesso altamente qualificati (fra cui antropologi, fisici, archeologi, pedagogisti, psicoanalisti, sociologi, amministratori di condominio, tributaristi, operatori di medicina olistica, arteterapeuti, informatici professionisti, biotecnologi , consulenti di management)che esercitano, in un regime di piena concorrenza, una specifica professione il cui esercizio non richiede alcuna iscrizione ad un ordine o collegio professionale e pertanto, al di là di libere associazioni di natura privatistica, non sono ufficialmente riconosciute dallo Stato e quindi non sono tenute a rispettare standard comuni. Con il provvedimento, nel testo modificato dalla 10a Commissione del Senato, si consente a tali professionisti di ottenere un riconoscimento dei propri percorsi di competenza e formazione ed ai consumatori di usufruire di un’offerta di servizi di superiore qualità, in un regime di libero mercato e di maggiore competitività. Interpretando le esigenze di una società in continua evoluzione si offre un supporto alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini, ponendo peraltro un argine alla crescente flessione dell’occupazione altamente qualificata. Nel provvedimento, oltre a dare definizione delle professioni non organizzate in ordini e collegi, si lascia al professionista la scelta di esercitare la propria professione in forma individuale, associata o societaria o nella forma di lavoro indipendente. L’adesione alle associazioni professionali, il cui elenco sarà reso pubblico, è su base volontaria ed è finalizzata ad una maggiore conoscibilità da parte del consumatore del percorso e del livello formativo del professionista, che nell’ambito dell’associazione è anche vincolato al rispetto di precisi codici di condotta. La qualificazione dell’attività professionale dei soggetti associati si baserà sulla conformità alla normativa tecnica UNI, di cui alla direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, e sulle linee guida CEN 14 del 2010, che forniscono i principi e i criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato delle attività professionali e ne assicurano la qualificazione. Il Ministero dello sviluppo economico è investito della funzione di vigilanza e garanzia della veridicità delle informazioni pubblicate sui siti delle associazioni o contenute nelle certificazioni rilasciate.

 

 

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione generale.

 

PISCITELLI (CN:GS-SI-PID-IB-FI). Il legislatore ha più volte tentato negli anni, senza successo, di affrontare la complessa materia delle professioni intellettuali non regolamentate, che sono arrivate ad occupare oltre tre milioni di lavoratori qualificati in Italia. È quindi auspicabile che con il disegno di legge in esame, volto a regolamentare alcune professioni non ancora riconosciute dall’ordinamento giuridico e le loro associazioni di diritto privato, a vantaggio dei consumatori, si compia finalmente un passo in avanti, consentendo fra l’altro all’Italia di allinearsi, in termini di liberalizzazione e competizione nel campo dei servizi professionali, con i concorrenti più forti a livello europeo come la Gran Bretagna.

 

GERMONTANI (Per il Terzo Polo:ApI-FLI). Le professioni di natura intellettuale costituiscono la parte più dinamica del mondo del lavoro italiano e, se incentivate ed opportunamente riconfigurate alla luce delle più recenti evoluzioni delle tecnologie e del tessuto socio-economico globale, consentiranno una ripresa dei livelli occupazionali e della competitività del Paese. Con il provvedimento in esame si intende regolamentare queste professioni dal punto di vista normativo (sulla scia di un percorso già intrapreso da realtà aggregative come l’UNI, alla cui normativa infatti il provvedimento riconduce) integrandole nel sistema di mercato, incentivandone l’emersione attraverso associazioni professionali ad adesione volontaria, rendendo tracciabile, a beneficio del consumatore, il percorso formativo e professionale degli iscritti. Per tutelare i consumatori e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali, le associazioni possono rilasciare ai propri iscritti un’attestazione relativa alla loro regolare iscrizione, ai requisiti necessari alla partecipazione all’associazione e anche agli standard di qualificazione professionale che essi sono tenuti a garantire.

 

CAGNIN (LNP). Il disegno di legge, regolamentando il settore delle professioni non organizzate in ordini o collegi, intende scoraggiare l’ingresso nel mercato di operatori privi di competenze e requisiti e garantisce all’Italia competitività nei confronti degli altri Paesi europei. Seppure è da salutare con positività l’intento regolatorio, è altresì necessario che il provvedimento garantisca l’approccio liberale che caratterizza il settore, evitando di irreggimentare le associazioni professionali, come invece risulterebbe dal combinato disposto degli articoli 3 e 4. Il rischio è che si creino nuove associazioni ordinistiche a danno del carattere liberale delle professioni, della vitalità del mercato e delle stesse prestazioni fornite agli utenti.

 

PORETTI (PD). Contrariamente alla prassi seguita negli ultimi anni, il provvedimento in esame non istituisce nuovi ordini professionali – materia che necessita comunque di un riesame complessivo – ma interviene regolamentando il settore delle professioni non ordinistiche, nell’intento di garantire la qualità delle prestazioni e di tutelare l’utenza. Resta la nota negativa, introdotta dalla Commissione, dell’obbligo per gli operatori di specificare nei documenti e nei rapporti con i clienti che la professione che svolgono non è organizzata in ordini o collegi, quasi a voler contraddistinguere un minus rispetto alle professioni ordinistiche.

 

ICHINO (PD). Il disegno di legge si presenta indeterminato e confusionario nella individuazione della fattispecie di riferimento. Da un esame attento dell’articolato non risulta chiaro cosa si intenda disciplinare, se attività svolte nell’ambito di lavoro autonomo o prestazioni fornite nell’ambito di lavoro subordinato. È quindi fondamentale che l’Aula approfondisca l’esame del provvedimento al fine di individuare con certezza la materia che intende regolamentare.

 

SANGALLI (PD). Le professioni non organizzate in ordini o collegi hanno fatto registrare negli ultimi anni una rapida evoluzione nel mercato, tanto che, interessando ambiti sia di lavoro autonomo che di lavoro dipendente, risulta difficile stabilire con esattezza la fattispecie di riferimento. Le sfere di azione coinvolgono numerose professionalità richieste dal mercato, molte delle quali emergenti e destinate ad aumentare considerevolmente i livelli occupazionali. Stabilendo inoltre una volontarietà del professionista a partecipare ai percorsi di formazione e qualificazione, a garanzia della qualità delle prestazioni e quindi dell’utenza, il disegno di legge evita un conflitto con le professioni ordinistiche e rappresenta altresì un passo in avanti nell’armonizzazione dei rapporti tra queste e le professioni non regolamentate. Il disegno di legge, nonostante le imperfezioni che presenta, offre una regolamentazione in grado di aprire il mercato ad attività innovative, profondamente distinte in tal senso da quelle svolte dalle professioni ordinistiche che, chiuse nei recinti degli ordini e degli albi, hanno perso capacità innovativa e competitività.

 

GHIGO (PdL). Il provvedimento in esame, prevedendo una regolamentazione delle professioni non organizzate in ordini e collegi, dà una risposta concreta all’esigenza di garantire la qualità delle prestazioni da esse fornite, a vantaggio di operatori ed utenti, senza ricorrere alle tutele di stampo ordinistico di cui si avvalgono invece le professioni iscritte agli albi. Il disegno di legge, inoltre, disciplinando un settore che conta tre milioni di addetti, contribuisce anche all’emersione dell’evasione fiscale. Non mancano però imperfezioni che l’esame dell’Aula dovrebbe consentire di correggere: sarebbe ad esempio opportuno precisare che la disciplina prevista non determina alcun tipo di sovrapposizione tra gli ambiti di attività delle professioni ordinistiche e gli ambiti di attività di quelle non organizzate.

 

SACCONI (PdL). L’esame da parte dell’Aula di una serie di emendamenti presentati consentirebbe di correggere il testo licenziato dalla Commissione relativamente alla esigenza di tutela del consumatore. Inoltre, è necessario procedere ad una migliore definizione della regolamentazione del settore in modo da evitare qualsiasi conflitto di competenza e sovrapposizioni tra le professioni non organizzate e quelle iscritte agli ordini.

 

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione generale.

 

FIORONIrelatrice. Nella relazione sono già stati spiegati i motivi per cui è necessario approvare questo provvedimento molto atteso, che crea prospettive di crescita economica e sviluppo occupazionale con la definizione di competenze professionali aggiornate in base alle esigenze del mercato. Chiede una pausa di riflessione per valutare le proposte avanzate nel corso della discussione generale.

 

DE VINCENTIsottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Concorda sulla necessità di interrompere brevemente i lavori.

 

BUGNANO (IdV). Le proposte avanzate incidono in modo rilevante sul testo, che Italia dei Valori ritiene inutile e confuso. Se c’è bisogno di un approfondimento, sarebbe meglio rinviare il provvedimento in Commissione.

 

PRESIDENTE. Sospende brevemente la seduta.

 

La seduta, sospesa alle ore 18,44, è ripresa alle ore 19,05.

 

Presidenza della vice presidente MAURO

 

LEGNINI (PD). Poiché le ragioni che hanno condotto alla richiesta di sospensione permangono, chiede l’inversione dell’ordine del giorno.

 

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, rinvia il seguito della discussione dei disegni di legge in titolo ad altra seduta e passa al successivo argomento all’ordine del giorno.

1 Commento

  1. Daniele Zarrillo

    Mah, siamo alle solite. Armiamoci e partite?!?

    Risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *