Una risposta alle ricette dell’ACI: rottamatela

Quando per fare una visura al pra e bisogna pagare quasi 9 euro all’ACI viene da ridere a sentire le mirabolanti proposte del suo presidente Sticchi Damiani. A tali proposte, che sono sempre le stesse, abbiamo già risposto a novembre del 2012 con un articolo su Car Carrozzeria che uniamo nella sua versione web, pubblicata sul blog del carrozziere.

UN SUGGERIMENTO PER LA SPENDING REVIEW: ROTTAMARE L’ACI

 Pubblicato su CAR CARROZZERIA

GOVERNO MONTI: UN BILANCIO

Il governo Monti sarà probabilmente ricordato come l’esecutivo sotto il quale sono state approvate, o hanno rischiato di esserlo, norme favorevoli a ripianare i bilanci di alcune compagnie assicuratrici. Nonostante fosse l’esecutivo più titolato in materia di liberalizzazioni, avendo Monti stesso ricoperto l’incarico di Commissario Europeo alla Concorrenza e il Sottosegretario Catricalà  quello di presidente dell’Antitrust, è passata, senza colpo ferire, la maxi fusione Unipol-Fonsai. Forse il Governo non poteva o non voleva intervenire per non alterare gli equilibri del mercato. Vi sono però molti strumenti che si possono adottare per agevolare o ridimensionare un’operazione di mercato. Basta ricordare il caso Alitalia dove il Governo aggirò la normativa Antitrust  su precisa richiesta degli italici salvatori dell’impresa ormai decotta.

LA SPENDIG REVIEW

Molti hanno guardato con interesse l’intenzione del Governo di operare dei tagli alla spesa pubblica attraverso l’operazione detta di “spending review” incaricando il manager Enrico Bondi, che è stato amministratore straordinario della Parmalat dopo il crack del 2003, a svolgere il ruolo di commissario alla Revisione della Spesa dello Stato italiano. La missione non è semplice e i risultati per ora non paragonabili ai successi ottenuti dal manager nelle sue precedenti missioni. Tagliare la spesa quando vi sono interessi organizzati non è cosa facile, soprattutto se tali interessi sono stati uno snodo politico in cui si sono innestate clientele di vario genere e tipo. Al commissario Bondi allora diamo un suggerimento per quest’ultimo scampo di legislatura.

ROTTAMARE ACI E PRA

In tempi remoti il Regio decreto-legge 15 marzo 1927, n. 436 istituì il Pubblico registro automobilistico (Pra), gestito dall’Automobile Club d’Italia (Aci), che si occupa di certificare la proprietà’ delle autovetture immatricolate in Italia. Ma la proprietà di un veicolo è contenuta anche in un altro registro, quello creato nel 1992 dal nuovo Codice della Strada: l’Archivio nazionale dei veicoli (ANV) presso il ministero dei Trasporti.

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Un autoveicolo e’ quindi tenuto a disporre della Carta di Circolazione, che viene rilasciata dalla Motorizzazione civile, e del Certificato di proprietà, rilasciato dall’Aci, il che implica avere una duplicazione di strutture e di produzione di atti per tenere allineati i due database. Ciò complica procedure e costi per l’utente. In altri paesi basta il solo libretto di circolazione, da cui consegue il fatto che l’ACI è, di fatto, un doppione della Motorizzazione Civile. L’ACI chiede delle quote per una tessera che consente il soccorso stradale, che molte assicurazioni RC auto ormai comprendono con un modesto sovrapprezzo, e svolge, al non modico costo di 23 milioni di EURO, la funzione di riscossione dell’IPT, imposta provinciale di trascrizione. Possiede una struttura che annovera 3150 dipendenti che costano la bellezza di 147 milioni di EURO raggiungendo la ragguardevole media di 46.000 EURO per addetto. I lavoratori sono sparsi in 106 sedi regionali e 13 direzioni regionali che sono, a loro volta, un centro di potere. Ma non basta, spulciando nei bilanci, si scopre che oltre 42 milioni di EURO sono spesi per servizi informatici, come se il personale interno non bastasse a svolgere tale funzione.

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Le provincie magari spariranno o si accorperanno, ma nulla ancora è previsto per l’ACI, il cui giro d’affari si aggira intorno a 328 milioni di EURO perdendone circa 19. Le entrate provengono in gran parte dal cittadino che, per fare su una banalissima visura al PRA, deve pagare quasi 9 EURO, un costo inaccettabile. Basta osservare il bilancio per capire che dalle entrate derivanti dal PRA l’Aci paga praticamente il costo del personale. Si potrebbe fare a meno dell’ACI? Certamente si. Il mercato potrebbe allocare in modo più efficiente le risorse destinate oggi ad un ente le cui funzioni potrebbero essere gestite da Motorizzazione, Provincie, Prefetture con un abbattimento di costi impropri. La cosa più surreale è che, al contrario, il Presidente avv. Sticchi Damiani abbia chiesto, con un sussulto corporativo, di chiudere la Motorizzazione e fare gestire tutto all’ACI.

ACI E LA SUA ASSICURAZIONE. UN INSANABILE CONFLITTO D’INTERESSE

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Il fatto di possedere una assicurazione che di bello ha forse solo il nome, pone l’ACI al centro di un conflitto di interessi insanabile. Da una parte vi sarebbe il presunto interesse di tutelare l’automobilista e di fornire i migliori servizi a suo esclusivo vantaggio, dall’altra, invece, l’ACI promuove campagne di informazione e di sensibilizzazione nei confronti del legislatore ad esclusivo interesse della sua compagnia, i cui bilanci non sono certo brillanti. L’automobilista ha bisogno dell’ACI in caso di difficoltà e, in caso di incidente, vorrebbe certamente godere della migliore assistenza possibile in caso di lesioni e poter scegliere di riparare l’auto dal carrozziere di fiducia senza alcun aggravio di costi rispetto alla canalizzazione presso il fiduciario. Al contrario la compagnia dell’ACI semina una propaganda presso i propri clienti e la collettività tutta finalizzata alla riduzione dei diritti del danneggiato solo con l’intento di ridurre perdite economiche dovute alla gestione “ministeriale” dell’azienda. Tale intento è peraltro lampante nel contenuto della lettera inviata recentemente dal presidente dell’ACI a Monti che suggerisce una fantasmagorica terapia d’urto per ridurre i costi della RC Auto. La prescrizione di 90 giorni per un sinistro stradale costituirebbe la base per la demolizione di uno stato di diritto, riproporre la canalizzazione forzata della riparazione è fuori dalle logiche di mercato, ridurre i diritti delle vittime della strada che hanno subito danni gravi o gravissimi serve solo a fare più utili. Infine, l’adeguamento agli standard europei per il danno morale da morte non tiene conto delle differenze e dei sistemi socio-sanitari di ogni paese europeo.

 

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CONCLUSIONE 

L’uso di un nome dall’antico blasone per alimentare interessi corporativi non è più accettabile in un paese che quotidianamente si deve confrontare con un declino le cui ragioni sono anche da ricercare nell’esistenza di organizzazioni parastatali fuori dalla concorrenza: l’unico vero elemento per dare a tutti gli operatori economici pari opportunità.

Stefano Mannacio

 

5 Commenti

  1. Luigi

    ACI & SARA l’una nell’ombra dell’altra..
    La crisi è arrivata anche ai loro addetti ai lavori che improvvisano altri mestieri all’interno delle filiali ..addirittura d’infortunistica.
    L’importante è che continuino ad essere in conflitto fra loro.

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  2. Nicola

    Sottolineo una grande inesattezza : i documenti per circolare o si fanno al Pra o alla motorizzazione!!!! Non è vero che l’aci e’ un doppione ma un alternativa valida e altamente professionale alla motorizzazione.forse non sapete quante truffe nel campo automobilistico sono architettate da disoneste agenzie di pratiche auto…. Se chiude il Pra gli utenti andranno nelle agenzie private dove pagheranno anche il doppio!!!!infatti sono loro che fomentano la chiusura per poi fare cartello per il disbrigo delle pratiche!!! Meditate prima di sparare contro un ente pubblico ( non economico!!!)

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  3. Mirko Melozzi

    Tanto per fugare ogni dubbio sulla inutilità dell’ACI leggetevi anche questo articolo fresco fresco…

    http://www.corriere.it/economia/13_novembre_24/tassa-chiamata-aci-191-milioni-ogni-anno-un-registro-inutile-cbbb27e8-54d9-11e3-97ba-85563d0298f0.shtml

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    1. Nicola

      Un nuovo articolo pieno di errori…. Risposta
      http://www.salerno.aci.it/spip.php?article2525

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  4. Giuseppe

    Le agenzie di pratiche auto credono che chiudendo il Pra gli utenti si riversano da loro a pagare molto di più per una pratica auto ( vedesi le loro tariffe di intermediazione )!!! Invece con un archivio unico tutto e più semplice e le agenzie chiuderanno per sempre.

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