Comunicato stampa: Il numero uno del Cupsit, Stefano Mannacio, sferra un attacco durissimo all’Ania (l’Associazione delle Assicurazioni)

stefano-mannacio-1-300x253 Il numero uno del Cupsit, Stefano Mannacio, sferra un attacco durissimo all’Ania (l’Associazione delle Assicurazioni)

Bologna, 30 ottobre 2013 – “L’Ania, la potentissima Confindustria delle Assicurazioni, insulta chi subisce un incidente stradale, chi riporta gravi lesioni fisiche dopo un sinistri, le vittime della strada e i loro familiari, gli artigiani carrozzieri e riparatori auto, gli studi di infortunistica. È un’associazione che, oltre a una legittima opera di lobbying, continua a riversare sempre di più improperi a chi è dall’altra parte della barricata”. A parlare così è Stefano Mannacio, presidente del Cupsit (Comitato unitario patrocinatori stragiudiziali italiani).

Mannacio è andato su tutte le furie dopo l’audizione informale di Aldo Minucci, presidente Ania, presso la sesta commissione Finanze alla Camera. “L’esponente Ania – spiega il numero uno del Cupsit – ha detto che i prezzi Rc auto effettivi pagati dagli assicurati su base annua registrano una riduzione del 4,4%. E che tale riduzione è dovuta (anche) agli effetti della norma che ha reso più stringenti i controlli sui danni lievissimi alla persona prevedendo l’accertamento clinico e strumentale per la loro risarcibilità. Ma sentite qui – dice Mannacio -: per l’Ania, ‘occorre monitorare l’andamento del fenomeno al fine di evitare che tattiche elusive, poste in essere da studi legali e di infortunistica, possano compromettere l’efficacia del provvedimento’”.

Mannacio reagisce con fermezza: “Frodi e speculazioni esistono nel mercato assicurativo: ovunque nel mondo. Ma quella dell’Ania è un’accusa e un insulto al contempo: ma come si permette di sostenere che gli studi legali e di infortunistica, con tattiche elusive, possano danneggiare il ramo Rca?”.

“La verità – replica Mannacio all’Ania – è che le Assicurazioni vorrebbero il campo libero da qualsiasi interferenza. Un incidente, una vittima del sinistro nelle mani dell’Assicurazione, zero studi legali e di infortunistica, nessun patrocinio stragiudiziale. Un indennizzo fissato dalla Compagnia senza che nessuno possa mettere becco”.

“L’Ania – incalza Mannacio – è insaziabile. I vari Governi che si sono succeduti hanno regalato alle Assicurazioni l’indennizzo diretto (mettendo la volpe a guardia del pollaio, visto che è la Compagnia a fissare il rimborso post incidente), la riduzione dei risarcimenti per microinvalidità (quelle fra 1 e 9 punti percentuali), il rimborso delle lesioni lievi solo dietro accertamento strumentale (come se tutte le ferite, incluse quelle che attengono alla sfera psicologica, potessero essere misurate da una macchina)”.

Mannacio ne ha anche per ministero dello Sviluppo economico: “Ora la Confindustria delle Compagnie vuole dimezzare i risarcimenti delle lesioni gravi, l’indennizzo in forma specifica, la riduzione dei tempi per denunciare il sinistro. L’Ania – grazie a un ministero dello Sviluppo economico molto accondiscendente – vuole fare piazza pulita dei diritti delle vittime. Eliminando dal mercato anche i carrozzieri indipendenti”.

E per finire, nel mirino di Mannacio finiscono anche l’Antitrust, “che non è lontanamente in grado di garantire la concorrenza e il mercato: arriva addirittura a chiedere la scomparsa dei professionisti indipendenti che assistono le vittime della strada. Domanda: la ricetta dell’Antitrust è di ipotizzare un mondo dove tre Compagnie parastatali fanno il bello e il cattivo tempo, dalla riparazione dell’auto alle cure mediche? Allora l’organismo ha ampiamente esaurito la sua funzione”.

Stefano Mannacio

Presidente Cupsit

Galleria Ugo Bassi, 1 – Bologna

Tel. 051 262008 – fax 051 222883

mail posta@studiomannacio.it

Web http://www.cupsit.it/

Cos’è il Cupsit

Il Cupsit (Comitato unitario patrocinatori stragiudiziali italiani) non persegue fini di lucro. E si propone di:

– promuovere una visione unitaria e il coordinamento dell’attività delle associazioni professionali di riferimento;

– ricercare un quadro di riferimento normativo che porti la professione di patrocinatore stragiudiziale a un riconoscimento giuridico nell’ambito della libertà di esercizio;

– intraprendere ogni iniziativa utile per promuovere la professione, la professionalità, la certificazione e la qualificazione degli associati e di tutti gli esercenti attività riconducibili alla professione di patrocinatore stragiudiziale;

– promuovere e sviluppare un sistema di relazioni e alleanze strategiche con le associazioni a tutela delle vittime della strada, associazioni di categoria o consorzi di imprese artigiane, associazioni di giuristi, medici e avvocati specializzate nella materia del risarcimento del risarcimento del danno.

RASSEGNA STAMPA

http://www.carrozzeria.it/News-Carrozzeria/Attualita/Duro-attacco-del-Cupsit-all-Ania_20131031.aspx

10 Commenti

  1. Piero Manzanares

    Grande Stefano !!!
    Ottimo intervento.

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  2. GLAUCO

    Sei sempre il numero uno! Ottimo

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  3. Luigi

    INTRECCI E FAVORI TRASVERSALMENTE EROGATI, A TOTALE SPESE DEL CONSUMATORE DA OLTRE UN DECENNIO !!!

    Anche la politica ha ficcato le mani nel pentolone assicurativo cercando di far bottino, ma quel pentolone però, lo riempiono solo i consumatori che al bisogno dovrebbero invece attingervi, DIGNITOSAMENTE!!!

    Si parla sempre di finti problemi dove l’ANIA propone finte soluzioni.. TAGLIARE GLI AVVOCATI, I MEDICI, I PERITI, I CARROZZIERI…I DANNEGGIATI QUINDI

    .. infatti da oltre un decennio non si è mai risolto nulla, tranne che per gli immensi utili delle compagnie.. (utili abilmente mascherati in alcuni casi)

    Cmq …l’eccessivo accanimento per il caro RCA (indiscutibile sia chiaro) non lo troviamo invece per il:

    CARO BOLLETTE
    CARO BENZINA
    CARO TASSE
    CARO BANCHE
    ETC..
    CARO VITA IN GENERALE……

    Alcuni diranno “il governo ha provato ad intervenire… più volte”… infatti l’esito (come nell’RCA) è stato un incremento dei costi a livello generale.

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  4. Mirko Melozzi

    Un’analisi spietata quanto puntuale che mette in evidenza l’insostenibilità di un sistema perverso che si autoregola in base alle proprie esigenze, dove il terzo (incomodo), il danneggiato/assicurato o l’artigiano, ma anche il legale/patrocinatore, rappresenta solo un ostacolo al proprio profitto.
    Il governo Letta è portatore “sano” di questo sistema e l’Ania, a cui piace evidentemente giocare sporco con le vittime della strada, si prepara a calare l’asso piglia tutto.

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  5. Luigi

    Giusto per devastare un poco l’ANIA (smemorata), vi allego una simpatica sentenzina [di legittimità]:

    (Cass., Sez. III, 10/01/2012, n. 52).

    SI DELLA CASSAZIONE ALLA CESSIONE DEL CREDITO DERIVANTE DA RISACIMENTO DEL DANNO NON PATRIMONIALE CONSEGUENTE A SINISTRO STRADALE.

    Fonte: Dott.ssa Sabrina Caporale (StudioCataldi.it)

    …Ora, che si ammettesse la libertà di cessione del credito derivante da risarcimento del danno patrimoniale sia pure esso un credito futuro, sperato ed incerto (perché non ancora accertata la responsabilità del debitore in relazione all’imputato del sinistro) nulla questio; ma che addirittura si arrivasse a riconoscere la cessione del credito da risarcimento del danno non patrimoniale, morale e/o biologico; del danno, cioè, derivante dalla lesione di diritti personali, assoluti, indisponibili e imprescrittibili così come garantiti dalla nostra Costituzione (art. 2,3,4 e 32) quali il diritto alla salute, integrità fisica, vita etc., era ancora ben lontano dall’immaginazione.

    http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_14528.asp

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  6. Claudio

    Ora direi che è chiaro a tutti: la potente lobby delle assicurazioni ha presumibilmente sostenuto diverse campagne elettorali di parecchi gruppi parlamentari, e non solo …

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  7. Claudio

    E aggiungo: perché non chiediamo un audizione noi o chi fa x noi alla Commissione Finanze, al Ministero dello Sviluppo (anche se abbiamo visti gli esiti), al Presidente della Repubblica (che in qualsiasi caso dovrà firmare i provvedimenti normativi), ai Presidenti delle Camere, ai capigruppo delle Camere, ai Presidenti e vice Presidenti delle varie Commissioni delle due Camere, ect, ect. Anche attraverso gli strumenti informatici. mail, fax, ect.
    Da parte mia mi rendo disponibile anche attraverso un contributo economico x sostenere le spese della delegazione che intenda andare nelle sedi istituzionali di cui sopra.
    Fatemi sapere attraverso la mia mail – c.foti@live.com
    A presto, perché questi non molleranno mai, a meno ché non si convincano che hanno di fronte delle associazioni agguerrite, determinate e pronte alla battaglia, anche mediatica, in qualsiasi momento ed in qualsiasi sede istituzionale.

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  8. Claudio

    Ah, chiedo scusa, un saluto e grazie al Presidente Cupsit Stefano Mannacio e a tutta l’Associazione

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  9. Niko

    Lasciamo stare le sentenze e quanto altro, concordo con quanto scritto dal presidente e dal sig. Mirko Melozzi.
    I signori dell’ANIA e company, sanno benissimo che le sentenze verranno smontati dai decreti, infatti il presidente dell’ANIA è andato lì a convincerli fare questo e di più, prprio perchè vogliono togliere tutti gli ostacoli (studi legali, patrocinatori, periti ecc…)di mezzo e vedersela tra loro. Ma voi pensate, come è difficile far valere i diritti dei nostri clienti, noi che ci aggiorniamo, sappiamo il codice, conosciamo il sistema e le compagnie ogni giorno se ne inventano una nuova per diminuire i risarcimento.
    Chi ha veramente letto o ascoltato quell’audizione è evidente che ci sta un duro attacco (quà forse non si è capito) a tutti gli utenti della strada e poi agli studi porfessionali.
    E’ evidente a tutti che l’ANIA sta dall’altra parte e non sa assolutamente nulla dell’infortunistica stradale, lo dico fortemente perchè non si può estrapolare piccoli percentuali di anomalie e gridare alle frodi! Il presidente del CUPSIT ha ragione, ci sono e ci saranno sempre, ma così in ogni settore…anche le compagnie al loro interno ne combinano di tutto e di più, ma chi li controlla? L’IVASS? Ma mi faccia il piacere…!
    Il presidente Aldo Minucci, non sa che un incidente anche il più cretino e banale, ha i suoi lunghi tempi. Nell’80% dei casi, nessuno vuol firmare quel modello CAI. Se chiami le Forze dell’Ordine, ti rispondono: ci sono feriti? No! Allora non possiamo intervenire o chiamate i vigili. Chiami quest’ultimi ed arrivi ad una trafila enorme. Poi ci si scambia i dati e i numeri di telefono con la promessa di sentirsi nei giorni successivi e cercare di far riparare il danno, all’improvviso uno inizia a non rispondere più. Ci si aspetta, poi risponde e trova una scusa, e ti da appuntamento il fine settimana, poi il danneggiato si scossia ed arriva a fare la denuncia anche dopo 3 o 4 mesi o di più. Questi ed altri episodi succedono nella giungla dell’infortunistica stradale. Noi professionisti ne sentiamo tantissime e fortunatamente ci sono tutele per questi disgraziati. La proposta di perdere il diritto al risarcimento dove nel caso non si fa periziare l’auto entro 8gg, è davvero assurda, così come le tante che ho letto.
    Spero che molte Associazioni, sindacati, Comitati ecc, che fino adesso ci hanno riempito di Convegni finanziati da noi tutti, ora si facciano sentire veramente, ma non su internete o sulle pagine dei giornali, non serve assolutamente a nulla,bisogna “attaccarli” e rispondere con competenza in Parlamento, portando le proposte giuste e non quelle unilaterali dell’ANIA.

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  10. Niko

    Mi scuso per gli errori, ma sto scrivendo con il tablet e di impeto.
    Ma il presidente dell’ANIA ha mai fatto un incidente e fatto gestire il tutto dalle sue amate compagnie? Vedrà quante anomalie.
    Il modello CAI è di una banalità unica, si vede che è stato concepito a tavolino. Ma come si può pensare di compilare in modo così preciso quel modulo, quando poi un banale tamponamento mette in uno stato di agitazione i condicenti, ma non avete idea di quante discussioni con i liquidatori ci sono su queste cose, quante cause perchè la compagnia contesta il grafico fatto dai conducenti in quel modello. Uno fa un incidente, non ne capisce nulla, si cimenta a fare uno schizzetto e lo contesti pure? Ma è assurdo!!! Così i testimoni. Immagginate la scena, fai un sinistro e vai a mendicare un teste per la strada. Per favore lei ha visto, può darmi i suoi dati? Questo ti da il numero, oppure sono titubanti, non vogliono avere fastidi, oppure ti prendi il numero di targa…E’ ovvio che su quel modello i testimoni, non verranno mai scritti al momento del sinistro. Altro che compaiono dopo. Anzi, io aggiungo che i testimoni di sinistri stradali, devo essere incentivati a collabborare con le forze dell’ordine, con i giudici, studi e quant’altro, anche economicamente, spesso perdono giornate di lavoro e vengono umiliati dalle compagnie che fanno domande tecniche assurde…e chi sta nel settore può capirmi. Ho visto testimoni che escono dal giudice di pace affermando cose spiacevoli, ma comprensibili, del tipo, la prossima volta mi faccio i fatti miei…e via dicendo.
    Ma cosa ne sanno questi…?

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