Disegno di legge Vaccaro. Risus abundat in ore stultorum

Tra protocolli, intese, mozioni Scotto e via dicendo pare che l’ondata demagogica contro gli artigiani indipendenti  sia al culmine. Buona lettura delle amenità (pericolose) scritte nella proposta di legge Vaccaro che propone il carrozziere certificato dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Una perla tra tutte: “alle assicurazioni contro i danni si applica il cosiddetto «principio indennitario», per effetto del quale l’indennizzo dovuto dall’assicuratore non può mai superare l’entità del danno sofferto dall’assicurato”.

Come con la mozione Scotto da un sistema malato come quello della RC Auto in alcune aree della Campania (desertificato e abbandonato dalle Compagnie) escono fuori soluzioni malate, sciocche e utili sono per complicare la vita ad imprenditori che devono far fronte ad una crisi dell’auto senza precedenti.

L’On. Vaccaro se la ride, noi no.

Frontespizio Relazione Progetto di Legge

XVII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 501

 

PROPOSTA DI LEGGE

d’iniziativa del deputato VACCARO

Modifiche al codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in materia di disciplina dell’assicurazione obbligatoria per i veicoli a motore e i natanti e di risarcimento in forma specifica e riparazione dei danni nei sinistri con soli danni alle cose

Presentata il 25 marzo 2013

Onorevoli Colleghi! Il codice civile, all’articolo 1882, disciplina il contratto di assicurazione come il «contratto col quale l’assicuratore, verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana».
La presente proposta di legge interviene per rimuovere essenzialmente una delle principali cause che incide sull’aumento dei prezzi delle polizze per la responsabilità civile per i veicoli che, in Italia, sono tra le più care d’Europa. Tale intervento legislativo è tanto più necessario e urgente, in considerazione del fatto che tali polizze sono obbligatorie, ai sensi del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, e comportano perciò, ad ogni intervento e aumento tariffario, un aggravio di costi che incide inesorabilmente su tutte le famiglie italiane. La presente proposta di legge, al fine di contribuire al contenimento delle frodi nel campo dei risarcimenti assicurativi, prende in esame e apporta talune modifiche alla disciplina dell’assicurazione contro i danni che copre i rischi cui sono esposti i beni o, più in generale, i diritti patrimoniali dell’assicurato. Alle assicurazioni contro i danni si applica il cosiddetto «principio indennitario», per effetto del quale l’indennizzo dovuto dall’assicuratore non può mai superare l’entità del danno sofferto dall’assicurato. Inoltre è bene ricordare come l’assicurazione sia regolata dal legislatore come un atto di previdenza, cioè come un mezzo di conservazione del patrimonio e non possa, quindi, diventare una fonte di arricchimento o di speculazione. È su tale ratio che poggia esplicitamente la presente proposta di legge, la quale modifica il citato codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo n. 209 del 2005, nella parte in cui trova giusta regolamentazione l’assicurazione obbligatoria per i veicoli a motore e i natanti.
L’articolo 1 della presente proposta di legge introduce, al fine di garantire una maggiore trasparenza e una più adeguata pubblicità alle condizioni contrattuali, l’obbligo, da parte delle imprese di assicurazione, di esibire l’elenco delle imprese certificate esercenti le attività di autoriparazione – i criteri di certificazione saranno individuati e definiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico, insieme alle modalità per la definizione delle convenzioni tra imprese assicuratrici e autofficine – presso le quali, in caso di sinistro dell’assicurato, sarà attivata la procedura di risarcimento, anche se la scelta dell’impresa certificata resterà sempre esclusivamente all’assicurato. È noto, infatti, come talvolta il sinistro stradale e il conseguente danno occorso al veicolo costituiscano un’occasione di frode che determina un ingiustificato profitto da parte del danneggiato. Spesso tale soggetto coinvolge nella procedura officine compiacenti per una sproporzionata valutazione preventiva del danno, ovvero il danneggiato, una volta accettata e ricevuta la somma a lui spettante – dopo la valutazione del perito assicurativo per la stima dei danni – non si rivolge agli esercenti le attività di autoriparazione per procedere all’opportuna riparazione del danno. La presente proposta di legge, al fine di sottolineare il carattere strettamente indennitario dell’assicurazione obbligatoria per i veicoli a motore e i natanti, modifica la procedura vigente di risarcimento e prevede che, qualora il danneggiato abbia manifestato la propria volontà di procedere alla riparazione del danno occorso al veicolo a causa del sinistro, le imprese assicuratrici che hanno comunicato l’autorizzazione a procedere alla reintegrazione in forma specifica debbano trasferire le somme erogate a titolo di risarcimento, presso le imprese esercenti le attività di autoriparazione, per procedere alla riparazione dello stesso danno, affinché l’alea di rischio del contratto possa effettivamente trovare una concreta applicazione risarcitoria. Con le disposizioni proposte si persegue anche un’opportuna lotta all’evasione fiscale: alle casse dello Stato saranno così garantite le entrate derivanti dalla necessaria fatturazione dei lavori eseguiti dalle autofficine. Inoltre la ratio ispiratrice della proposta di legge sarà adeguatamente perseguita tramite un’adeguata politica tariffaria diminutiva del premio – articolo 3 – per coloro che optino, al momento della stipulazione del contratto, per il risarcimento in forma specifica del danno. Si prevedono, in ultimo, sanzioni amministrative per i soggetti che non ottemperano o che comunque commettano irregolarità nella procedura di risarcimento: le autofficine saranno soggette alla sanzione amministrativa pecuniaria che va da euro 500 a euro 2.000 e, inoltre, alla chiusura dell’attività per un periodo non inferiore a dieci giorni lavorativi; i danneggiati, se correi, decadranno dal diritto al pagamento della somma erogata loro a titolo di risarcimento e saranno, poi, soggetti alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma corrispondente all’ammontare della somma accettata in precedenza.

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Il comma 1 dell’articolo 131 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, è sostituito dal seguente:
«1. Al fine di garantire la trasparenza e la concorrenzialità delle offerte dei servizi assicurativi, nonché un’adeguata informazione ai soggetti che devono adempiere all’obbligo di assicurazione dei veicoli e dei natanti, le imprese di assicurazione mettono a disposizione del pubblico, presso ogni punto di vendita e nei siti internet, la nota informativa, le condizioni di contratto praticate nel territorio della Repubblica e, altresì, l’elenco delle imprese certificate esercenti l’attività di autoriparazione presso le quali attivano la procedura di risarcimento di cui all’articolo 148. La scelta dell’impresa certificata esercente l’attività di autoriparazione spetta esclusivamente all’assicurato».

Art. 2.

      1. Al comma 3 dell’articolo 132 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, il secondo periodo è sostituito dal seguente:
«Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sono adottate le disposizioni di attuazione e sono, altresì, determinati i criteri di certificazione e le modalità per la definizione delle convenzioni regolanti i rapporti tra imprese di assicurazione e imprese certificate esercenti l’attività di autoriparazione».

Art. 3.

      1. Dopo il comma 1 dell’articolo 133 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, è inserito il seguente:
«1-bis. I contratti di assicurazione prevedono clausole diminutive del premio da applicare ai medesimi contratti qualora il danneggiato manifesti la propria volontà di procedere alla riparazione del danno occorso al veicolo secondo le modalità di cui all’articolo 148. Tali condizioni devono essere esplicitate in termini di valore assoluto e di valore percentuale rispetto al premio altrimenti applicato».

Art. 4.

      1. All’articolo 148 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il comma 1 è sostituito dal seguente:
«1. Per i sinistri con soli danni a cose, la richiesta di risarcimento, presentata secondo le modalità indicate nell’articolo 145, deve essere corredata della denuncia secondo il modulo di cui all’articolo 143 e recare l’indicazione del codice fiscale degli aventi diritto al risarcimento, del luogo, dei giorni e delle ore in cui le cose danneggiate sono disponibili per l’ispezione diretta volta ad accertare l’entità del danno. È fatto, altresì, obbligo al danneggiato, contestualmente alla presentazione della richiesta di risarcimento, di manifestare la propria volontà di procedere o meno alla riparazione del danno occorso al veicolo a causa del sinistro. Entro sessanta giorni dalla ricezione di tale documentazione, l’impresa di assicurazione comunica al danneggiato l’autorizzazione a procedere alla riparazione del danno presso l’impresa certificata esercente l’attività di autoriparazione scelta ai sensi

dell’articolo 131, ovvero comunica specificatamente i motivi per i quali non ritiene di fare offerta. Nel caso di autorizzazione alla riparazione del danno, l’impresa assicuratrice comunica al danneggiato gli eventuali ulteriori oneri accessori da risarcire separatamente alla riparazione del veicolo. Il termine di sessanta giorni è ridotto a trenta giorni quando il modulo di denuncia è stato sottoscritto dai conducenti coinvolti nel sinistro»;

b) dopo il comma 6 sono inseriti i seguenti:
«6-bis. Entro quindici giorni dalla comunicazione dell’autorizzazione a procedere alla riparazione del danno, l’impresa di assicurazione trasferisce il pagamento presso le imprese certificate esercenti le attività di autoriparazione, disciplinate dalla legge 5 febbraio 1992, n. 122, e dall’articolo 10 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 dicembre 1999, n. 558, e individuate ai sensi dell’articolo 131, comma 1, del presente codice, al fine di procedere alla riparazione del danno occorso alle cose.
6-ter. È facoltà delle imprese di assicurazione accedere, nelle fasi di riparazione, presso le imprese esercenti le attività di autoriparazione prescelte, al fine di accertare il rispetto dei tempi di lavorazione e l’esecuzione dei lavori preventivati. Le imprese esercenti le attività di autoriparazione che, nelle condizioni di cui al comma 6-bis, non ottemperano all’obbligo della riparazione del danno occorso alle cose o che comunque, anche con la partecipazione del danneggiato, commettono irregolarità nella procedura di risarcimento, sono soggette alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.000 e alla chiusura dell’attività per un periodo non inferiore a dieci giorni lavorativi, salvo che il fatto non costituisca reato.
6-quater. Il danneggiato che partecipa alla commissione di irregolarità ai sensi del comma 6-ter decade dal diritto al pagamento della somma erogata da parte dell’impresa di assicurazione ed è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento

di una somma corrispondente all’ammontare della somma accettata, salvo che il fatto non costituisca reato».

Art. 5.

      1. Dopo il comma 4 dell’articolo 149 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, sono inseriti i seguenti:
«4-bis. Le imprese esercenti attività di autoriparazione che, nell’ipotesi di cui al comma 4, non ottemperano all’obbligo della riparazione del danno occorso alle cose o che comunque, anche con la partecipazione del danneggiato, commettono irregolarità sulla procedura di risarcimento, sono soggette alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.000 e alla chiusura dell’attività per un periodo non inferiore a dieci giorni lavorativi, salvo che il fatto non costituisca reato.
4-ter. Il danneggiato che partecipa alla commissione di irregolarità ai sensi del comma 4-bis decade dal diritto al pagamento della somma erogata da parte dell’impresa di assicurazione ed è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma corrispondente all’ammontare della somma accettata, salvo che il fatto non costituisca reato».

 

4 Commenti

  1. Mirko Melozzi

    Tanto assurda quanto pericolosa.

    E’ evidente che questi Vaccaro e Scotto rappresentano la crema dell’ “Assicurazionismo”, brutta corrente politica governata dall’ANIA, madre di tutti i disastri compiuti dalla legge 57 del 2001 ad oggi…

    Risposta
  2. Giovanni Sciuto

    Siamo al ridicolo. E le compagnie assicurative “ingrassano”.

    Risposta
  3. il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!"

    Che ci azzecca il risarcimento di danni scaturiti da RCA i un povero cristo (del tutto privato) per mano di un altro privato (fosse anche un veicolo di qualche ministero), con l’officina privata che si andrà a scegliere per le riparazioni? Il risarcimento è un diritto del danneggiato e quindi un obbligo di legge in capo al responsabile civile, la riparazione invece, non è un obbligo di legge, e fra queste 2 momenti topici. non necessariamente ci sarà mai un nesso: posso riparare il mezzo da solo a casa mia, posso riparare il mezzo solo per metà, posso ripare il mezzo a rate a seconda delle mie disponibilità di tasca, posso anche non ripararlo il mezzo, nessuno può comandare a casa mia, nessuno può impormi cosa farne della mia proprietà privata. Io posso riparare il mezzo, anche dopo un nanosecondo dopo il sinistro, certamente, neanche in tema di indennizzo da polizze kasco, incendio, o altro non di legge, il danneggiato non può aspettare i comodi della compagnia, salvo che la compagnia dia immediatamente soccorso stradale, mezzo, sostitutivo, e assistenza d’ogni tipo, riparazioni a tempo di record, il tutto gratuitamente. I danneggiati, i riparatori, non sono questuanti per chiedere l’elemosina davanti le chiese, mentre le compagnie assicuratrici, in Italia, sono dei cattivi pagatori, nonostante siano dei poteri forti, ma che inspiegabilmente, ogni santo anno, 2 volte l’anno, piangono miseria alla STATO, e fanno finta di chiedere il permesso di aumentare le polizze. Insomma le compagnie ci vogliono schiavi ai loro piedi unitamente agli autoriparatori, ancora non schiavizzati, neanche in Germania e in Francia utilizzano cotanto, piuttosto si prodigano in tutti i modi a eliminare i problemi subito, telefonando a destra e a sinistra. Non c’è più libertà d’impresa, solo trust e forche caudine, peraltro vietate sia dalle leggi italiane che dalle leggi europee. Multe e sanzioni per chi s’è visto calpestare i propri diritti, nulla invece per chi le calpesta sapendo di calpestarle. Putroppo, mi debbo ripetare ancora una volta nel citare un noto aforisma, non recentissimo, ma sempre attuale, pur proveniente dalla bocca di un uomo, di destra, vissuto nel periodo del fascismo, fascista lui stesso, poeta e scrittore americano ma dagli stessi processanto e condannato: Ezra Paund. Pagò carò la sua ferrea volontà di esprimere il suo liberismo, senza peli sulla lingua, in realtà era un socialista di tipo scandinavo, tant’è che scrisse:“
    -Chi non s’intende di economia non capisce affatto la storia.”
    [Ezra Pound]
    -“I politici non sono altro che i camerieri dei banchieri.”
    [Ezra Pound]
    -“Bisogna capire che tutta la moda letteraria e tutto il sistema giornalistico controllato dall’usurocrazia mondiale è indirizzato a mantenere l’ignoranza pubblica del sistema usurocratico e dei suoi meccanismi.” [Ezra Pound, 1933]
    .. ma nel contempo, tanto per restare in tema e rifletterci sopra, suggerisco:
    -“Crede che quei banchieri siano in prigione? Nossignore. Sono fra i cittadini più stimati della Florida. Sono feccia, almeno quanto i politici disonesti! Creda, io ne so qualcosa. E’ da tempo che mangiano e si vestono con i miei soldi. Finché non sono entrato nel racket non sapevo quanti imbroglioni indossano abiti costosi e parlano con accento da signori.” [Al Capone]
    -“Ma sapete cosa gliene importa a Padoa Schioppa di fare il ministro? Quello è un banchiere!” [Marco Travaglio, 20/11/2007 San Nicola la Strada, Caserta]

    Risposta
  4. Piero Manzanares

    A quanto pare il problema siamo noi…..

    Incidenti d’auto, ecco perché nel 2012 sono crollati i «colpi di frusta»

    di Maurizio Caprino2 luglio 2013

    My24

    Come per incanto, il colpo di frusta è quasi sparito dalla vasta fenomenologia delle frodi assicurative italiane. Ma le compagnie chiedono che sui veicoli sia montata di serie la scatola nera, utile soprattutto contro chi cerca di lucrare proprio sulle lesioni al collo (vere o presunte). Sono due dei punti più interessanti della relazione sulle assicurazioni nel 2012 letta ieri all’assemblea annuale dell’Ania dal presidente Aldo Minucci.
    Quanto ai colpi di frusta, se il numero dei sinistri liquidati nel 2012 è calato del 15% (“merito” della crisi e del caro-accise, che hanno ridotto il traffico), quello degli incidenti con lesioni al collo è precipitato di quasi il 30%.

    La verità è che pare aver funzionato il blocco dei risarcimenti dei danni a persone imposto proprio da gennaio 2012 dal decreto liberalizzazioni (Dl 1/2012) quando le lesioni non sono documentate da controlli medici eseguiti con strumenti. Ma la storia della Rc auto in Italia insegna che certi paletti prima o poi vengono elusi o aboliti e per questo Minucci ha detto che occorre tenere alta la guardia. E ha fatto anche i “nomi”: le categorie da cui bisogna guardarsi sono gli avvocati e gli studi d’infortunistica stradale.

    Vero, ma anche le compagnie dovrebbero vigilare di più: lo stesso decreto liberalizzazioni impone loro di documentare la loro attività antifrode, ma di questo ieri non si è parlato se non per ricordare che l’Ania aveva allestito anni fa una sua banca dati, poi “smontata” dal Garante della privacy e rimpiazzata a fatica solo da poco. E questa banca dati non è tutto: lo stesso Minucci ha ricordato che l’antifrode si deve fare con una vera e propria attività di intelligence, mentre la struttura pubblica creata dal decreto liberalizzazioni ha solo una natura amministrativa di gestione e uso di questa banca dati. Insomma, compagnie e istituzioni hanno ancora tanto da fare.

    Sul fronte della scatola nera, dopo anni in cui veniva invocata, il decreto liberalizzazioni l’ha resa “obbligatoria”, nel senso che – almeno secondo l’interpretazione dell’authority Ivass – le compagnie sono tenute a offrirla (mentre prima l’offerta era una libera iniziativa commerciale) e a concedere “sconti significativi” ai clienti che la scelgono. Il decreto ha aggiunto che i costi legati alla scatola sono a carico delle assicurazioni. Questo aveva scatenato la reazione dell’Ania, che riteneva giusto farli pagare agli utilizzatori e non scaricarli indistintamente su tutti i clienti, come di fatto avviene quando gli oneri restano nei bilanci delle compagnie.

    Minucci è tornato sull’argomento, chiedendo che la scatola nera sia resa di serie. Il costo andrebbe quindi a carico dei costruttori di veicoli, che poi dovrebbero caricarlo sui prezzi di acquisto. A parte il momento di crisi del mercato dell’auto, va notato che gli equipaggiamenti obbligatori dei veicoli sono decisi dalla Ue. Una richiesta del genere sembra quindi destinata a cadere nel vuoto, almeno nel breve periodo.
    In ogni caso, le compagnie sembrano ancora determinate a considerare la scatola nera come un costo da far coprire ad altri piuttosto che un investimento che nel tempo contribuirà a migliorare i loro conti.

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-02/incidenti-auto-ecco-perche-202850.shtml?uuid=AboRYeAI

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