Italia Oggi – Assoprofessioni – Colap Un testo condiviso sul riconoscimento

Un testo condiviso sul riconoscimento

Un testo condiviso per il riconoscimento delle professioni non regolamentate. Lo metteranno a punto i due organismi di rappresentanza delle associazioni non ordinistiche, Assoprofessioni e Colap , e lo invieranno nei prossimi giorni alla commissione Attività produttive della Camera. È quanto emerso ieri nel corso dell´audizione alla X commissione di Montecitorio, dove sono intervenuti Roberto Falcone (Lapet), segretario generale di Assoprofessioni e Giuseppe Lupoi, coordinatore del Colap. Che entro dieci giorni si incontreranno per limare i punti di disaccordo: ovvero se il riconoscimento debba riguardare le professioni o le associazioni e quali siano modalità di rilascio degli attestati di competenza. «I parlamentari», spiega Falcone, «hanno recepito la nostra richiesta dimostrando attenzione ed ampia volontà ad accelerare l´iter del riconoscimento delle nuove professioni». Quanto ai punti controversi, Falcone giudica «prioritario il riconoscimento del profilo professionale rispetto a quello delle associazioni. Realizzeremo al più presto un momento di sintesi perché siamo convinti che questa possa diventare la base sulla quale lavorare in Commissione. E certamente non abbiamo dubbi che il sistema di normazione Uni sarà in grado di mettere d´accordo tutti». Fiducioso sul raggiungimento di un accordo anche Lupoi. «Ci incontreremo», sottolinea, «per eliminare i punti di disaccordo e arrivare a un testo condiviso. È prioritario, però, in questo momento, semplificare gli aspetti su cui concordiamo. Quanto alle questioni controverse, noi riteniamo che si debbano riconoscere le associazioni, non le professioni. Inoltre, non siamo d´accordo sul fatto che debba essere un ente certificatore a rilasciare gli attestati di competenza. La certificazione di una parte terza va bene infatti per i mestieri, non per i professionisti non iscritti all´albo». Infine, Assoprofessioni ha espresso alla X commissione le preoccupazioni nei riguardi della proposta di legge sulla riforma della professione forense all´esame della commissione Giustizia della Camera. «Questa proposta di legge», afferma Falcone, «rischia di vanificare il riconoscimento delle nuove professioni, tendendo ad attribuire riserve».

5 Commenti

  1. elisabetta berardi

    E’ un punto estremamente delicato quanto mai importante: il riconoscimento delle professioni prima e delle associazioni dopo. Se così non fosse si rischierebbe di riprodurre la “brutta copia” del sistema ordinistico e far si che le associazioni diventino sistemi autoreferenziali e di fatto degli ordini di serie “B”.
    Un sistema di controllo a garanzia dell’utente è importante che sia gestito da un ente certificatore terzo accreditato
    Elisabetta Berardi (assoprofessioni umbria)

    Risposta
  2. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Corte di giustizia – Sentenza C-94/2004 CIPOLLA Federico / PORTOLESE Rosaria in FAZARI (causa C-94/04); Sentenza in GU C 331, del 30-12-2006, pag. 2 : Avvocati, tariffe, libertà dei servizi legali stragiudiziali, aboliti i minimi. Fonte:curia.europa.eu/jurisp/cgi-bin/form.pl?lang=IT&Submit=Rechercher$docrequire=alldocs& numaff=C-94/04&datefs=&datefe=&nomusuel=&domaine=&mots=&resmax=100
    “Le prime tre questioni sollevate nell’ambito della causa C 94/04 (CIPOLLA Federico contro PORTOLESE Rosaria in FAZARI) e la questione sollevata nell’ambito della causa C 202/04 (MACRINO Stefano+CAPODARTE Claudia / MELONI Roberto, causa C-202/2004) devono dunque essere risolte, dichiarando che gli artt. 10 CE, 81 CE e 82 CE non ostano all’adozione, da parte di uno Stato membro, di un provvedimento normativo che approvi, sulla base di un progetto elaborato da un ordine professionale forense quale il CNF, una tariffa che fissi un limite minimo per gli onorari degli avvocati e a cui, in linea di principio, non sia possibile derogare né per le prestazioni riservate agli avvocati né per quelle, come le prestazioni di servizi stragiudiziali, che possono essere svolte anche da qualsiasi altro operatore economico non vincolato da tale tariffa.”

    Risposta
  3. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Istituto UNI, dal sito ufficiale http://www.uni.com:
    Che cos’è una norma? Semplicemente un documento che dice “come fare bene le cose”, garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. Secondo la Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998: “norma” è la specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti categorie:
    -norma internazionale (ISO)
    -norma europea (EN)
    -norma nazionale (UNI).
    Le norme, quindi, sono documenti che definiscono le caratteristiche (dimensionali, prestazionali, ambientali, di qualità, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell’arte e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo. Le caratteristiche peculiari delle norme tecniche sono:
    -consensualità: deve essere approvata con il consenso di coloro che hanno partecipato ai lavori;
    -democraticità: tutte le parti economico/sociali interessate possono partecipare ai lavori e, soprattutto, chiunque è messo in grado di formulare osservazioni nell’iter che precede l’approvazione finale;
    -trasparenza: UNI segnala le tappe fondamentali dell’iter di approvazione di un progetto di norma, tenendo il progetto stesso a disposizione degli interessati;
    -volontarietà: le norme sono un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente.
    COME NASCE UNA NORMA TECNICA
    Messa allo studio
    Stesura del progetto
    Inchiesta pubblica
    Pubblicazione
    Semplificando numerosi passaggi, l’iter che porta alla nascita di una norma si articola in diverse fasi: la messa allo studio, la stesura del documento, l’inchiesta pubblica, l’approvazione da parte della Commissione Centrale Tecnica e la pubblicazione.
    I rappresentanti delle parti economico/sociali interessate possono prendere attivamente parte all’iter di elaborazione di una norma, partecipando ai lavori dello specifico organo tecnico (gruppo di lavoro, sottocommissione o commissione tecnica) o limitandosi ad inviare all’ente di normazione i propri commenti in fase di inchiesta pubblica.
    PERCHE’ PARTECIPARE?
    Partecipare o no? Secondo una ricerca DIN, il 50% delle imprese ritiene che, partecipando ai lavori di normazione, sia riuscita ad avere un’influenza grande/molto grande nella definizione delle norme e il 47% delle aziende partecipanti al processo normativo è riuscito ad evitare l’inserimento di argomenti problematici o è riuscita ad inserire argomenti desiderati. Da una ricerca Acqua Partners è emerso un elevato consenso – degli oltre 300 manager italiani intervistati – sul fatto che partecipando all’attività di normazione è possibile scambiare informazioni, studi, stimoli che facilitano l’innovazione e che è possibile avere un vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti. Un buon livello di condivisione ha raggiunto anche l’affermazione che partecipando all’attività di normazione è possibile diminuire il costo delle attività di ricerca e sviluppo. In sintesi, i motivi principali che spingono le organizzazioni a contribuire all’attività di normazione sono:
    -influire sulla definizione dei contenuti delle norme e non subire requisiti stabiliti dai concorrenti,
    -essere informati sui futuri sviluppi normativi, con tempi e costi di adattamento ridotti e, quindi, con vantaggi competitivi sulla concorrenza,
    -essere aggiornati sullo “stato dell’arte” dei prodotti/servizi/ processi relativi alla propria attività, ridurre i costi della ricerca ed i rischi ad essa connessi, confrontando con gli altri partecipanti il proprio know-how.
    Sono proprio gli esperti delle imprese, “i professionisti”, i rappresentanti della pubblica amministrazione e dei consumatori che possono fare le norme: partecipando all’attività di normazione hanno la possibilità di fare le regole del proprio mercato, anziché di subirle!
    LA NORMAZIONE OGGI
    L’attività di normazione consiste nell’elaborare – attraverso la partecipazione volontaria, la consensualità e procedure di trasparenza – documenti tecnici che, pur essendo di applicazione volontaria, forniscano riferimenti certi agli operatori e possano pertanto avere una chiara rilevanza contrattuale. A volte l’argomento trattato dalle norme ha un impatto così determinante sulla sicurezza del lavoratore, del cittadino o dell’ambiente che le Pubbliche Amministrazioni fanno riferimento ad esse richiamandole nei documenti legislativi e trasformandole, quindi, in documenti cogenti. in ogni caso, mano a mano che si diffonde l’uso delle norme come strumenti contrattuali e che, di conseguenza, diventa sempre più vasto il riconoscimento della loro indispensabilità, la loro osservanza diventa quasi “imposta” dal mercato. È proprio la progressiva trasformazione dei mercati da locali, nazionali, ad europei ed internazionali che ha portato ad una parallela evoluzione della normativa da nazionale a sovranazionale, con importanti riconoscimenti anche dal WTO (World Trade Organization). Da qui la vasta partecipazione di Paesi, oltre 160, alle attività dell’ISO e l’importanza che le sue norme, pur essendo di libero recepimento da parte degli organismi di normazione suoi membri, rivestono sui mercati mondiali. A differenza dell’ISO il mondo europeo delle normazione è strettamente interrelato con un corpo sempre più completo di direttive dell’Unione Europea e ha dovuto, quindi, darsi regole interne più rigide: gli organismi di normazione membri del CEN sono infatti obbligati a recepire le norme europee e a ritirare le proprie, se contrastanti. In tale contesto è evidente che l’attività normativa nazionale si sta via via limitando a temi più specificatamente locali o non ancora prioritari per studi sovranazionali e sta sempre più organizzando le proprie risorse per contribuire alle attività europee ed internazionali. Dal principio del secolo ad oggi, l’evoluzione della normazione non si è solo concretizzata in un allargamento di orizzonti geografici: la normazione ha infatti subito anche una sensibile evoluzione concettuale, che l’ha portata ad abbracciare significati sempre più ampi. Oggi l’attività di normazione ha per oggetto anche la definizione dei processi, dei servizi e dei livelli di prestazione, intervenendo così in tutte le fasi di vita del prodotto e nelle attività di servizio. Non solo: oggi la normazione si occupa anche di definire gli aspetti di sicurezza, di organizzazione aziendale (UNI EN ISO 9000) e di protezione ambientale (UNI EN ISO 14000), così da tutelare le persone, le imprese e l’ambiente.
    LA CERTIFICAZIONE
    La certificazione, Il marchio di conformità UNI, I prodotti a marchio UNI, Il Keymark.
    La certificazione è una procedura con cui una terza parte indipendente dà assicurazione scritta che un prodotto, un servizio, un processo o una persona è conforme ai requisiti specificati. La certificazione di prodotto/servizio è una forma di “assicurazione diretta”, con cui si accerta la rispondenza di un prodotto tangibile o intangibile ai requisiti applicabili. La certificazione di sistema, assicura la capacità di unA organizzazione (produttrice di beni o erogatrice di servizi) di strutturarsi e gestire le proprie risorse ed i propri processi in modo da riconoscere e soddisfare i bisogni dei clienti, impegnandosi al miglioramento continuo. È una forma di “assicurazione indiretta” e riguarda in particolare i sistemi di gestione per la qualità (ISO 9001); per l’ambiente (ISO 14001); per la sicurezza delle informazioni (ISO 27001); per la sicurezza alimentare (ISO 22000). La certificazione del personale assicura che determinate figure professionali possiedano, mantengano e migliorino nel tempo la necessaria competenza, intesa come l’insieme delle conoscenze, delle abilità e delle doti richieste per i compiti assegnati. Ha particolare valore per la corretta realizzazione di attività di particolare criticità, per le quali la sola disponibilità di risorse strumentali e procedure operative può non essere sufficiente. La credibilità delle certificazioni dipende dalle organizzazioni che le emettono: la qualificazione degli organismi di certificazione viene indicata con il termine “accreditamento”. Si tratta di procedure eseguite da Enti di parte terza (Enti di accreditamento: in Italia ACCREDIA) che si assumono l’onere di accertare l’oggettiva aderenza da parte degli organismi di certificazione alle prescrizioni indicate dalle diverse norme che ne regolano l’attività.
    La definizione dei criteri sulla base dei quali viene condotta questa verifica non poteva essere lasciata alla discrezione dei singoli stati nazionali, proprio per le dimensioni del mercato internazionale e per il rispetto del principio della libera circolazione delle persone e delle merci. In Italia, in Europa e nel mondo la serie di norme ISO/IEC 17000 rappresenta il quadro di riferimento normativo imprescindibile per gli Enti di accreditamento, per gli organismi di certificazione di prodotti, di sistemi di gestione, del personale, di ispezione e per i laboratori di prova e taratura, poiché esplicitano i requisiti di professionalità e di competenza che gli organismi e i laboratori sopra citati devono soddisfare.
    CHI SIAMO:
    UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) è un’associazione privata senza fine di lucro fondata nel 1921 e riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie – le cosiddette “norme UNI” – in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario (tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico). I soci UNI sono imprese, professionisti, associazioni, enti pubblici, centri di ricerca e istituti scolastici. UNI rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (CEN) e mondiale (ISO).
    LA MISSIONE
    Scopo dell’Ente è l’elaborazione di norme tecniche che contribuiscano al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema economico-sociale italiano e che siano strumenti di supporto all’innovazione tecnologica, alla competitività, alla promozione del commercio, alla protezione dei consumatori, alla tutela dell’ambiente, alla qualità dei prodotti e dei processi.
    LE NORME
    Le norme UNI sono documenti che definiscono lo stato dell’arte di prodotti, processi e servizi, specificano cioè “come fare bene le cose” garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. Sono documenti elaborati consensualmente dai rappresentanti di tutte le parti interessate mediante un processo di autoregolamentazione trasparente e democratico, e – pur essendo di applicazione volontaria – forniscono agli operatori riferimenti certi, anche di rilevanza contrattuale. Le norme tecniche, quindi, sono soluzioni: sono un capitale di conoscenza di valore inestimabile, a disposizione dei professionisti e delle imprese di ogni dimensione, per ottenere forniture di qualità, contenere i costi, rendere più efficiente la propria organizzazione. E ancora, migliorare ed innovare i prodotti, avere un rapporto contrattuale chiaro con i fornitori e i clienti.
    Professioni non regolamentate e sicurezza sul lavoro: due appuntamenti a SiACeN 2011, Martedì 17-5-2011, siacen_2011Nell’ambito della manifestazione SiACeN 2011, il 1° Congresso Nazionale sui Sistemi di Gestione, Accreditamenti, Certificazioni, Notifiche organizzato da ANGQ e AICQ e che vede UNI tra i patrocinatori, segnaliamo due appuntamenti che si terranno entrambi il giorno 19 maggio. Rispondere alla domanda “qualifica o certificazione delle figure professionali non regolamentate? Una soluzione potrebbe non escludere l’altra” è l’obiettivo della plenaria “Qualifica/certificazione delle professioni non regolamentate”, in programma nella mattinata di giovedì 19 maggio. Da anni si dibatte sull’argomento e, forse, si sta intravedendo una soluzione definitiva che non può non tenere conto di quanto già fatto da diverse organizzazioni e delle indicazioni emergenti dal mondo della certificazione in ambito di mutuo riconoscimento europeo e mondiale (IPC). Un tema di grande interesse per migliaia di professionisti ed operatori (associazioni di categoria, organismi di certificazione, scuole di formazione, ecc.) che non mancherà di suscitare un’interessante dibattito. Il moderatore della plenaria sarà Ruggero Lensi, direttore Relazioni esterne, sviluppo e innovazione dell’UNI, che interverrà anche in qualità di relatore nel corso dell’incontro.

    Risposta
  4. patroc. strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Istituto UNI, dal sito ufficiale http://www.uni.com:
    Che cos’è una norma? Semplicemente un documento che dice “come fare bene le cose”, garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. Secondo la Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998: “norma” è la specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa per applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti categorie:
    -norma internazionale (ISO)
    -norma europea (EN)
    -norma nazionale (UNI).
    Le norme, quindi, sono documenti che definiscono le caratteristiche (dimensionali, prestazionali, ambientali, di qualità, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato dell’arte e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo. Le caratteristiche peculiari delle norme tecniche sono:
    -consensualità: deve essere approvata con il consenso di coloro che hanno partecipato ai lavori;
    -democraticità: tutte le parti economico/sociali interessate possono partecipare ai lavori e, soprattutto, chiunque è messo in grado di formulare osservazioni nell’iter che precede l’approvazione finale;
    -trasparenza: UNI segnala le tappe fondamentali dell’iter di approvazione di un progetto di norma, tenendo il progetto stesso a disposizione degli interessati;
    -volontarietà: le norme sono un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente.
    COME NASCE UNA NORMA TECNICA
    Messa allo studio
    Stesura del progetto
    Inchiesta pubblica
    Pubblicazione
    Semplificando numerosi passaggi, l’iter che porta alla nascita di una norma si articola in diverse fasi: la messa allo studio, la stesura del documento, l’inchiesta pubblica, l’approvazione da parte della Commissione Centrale Tecnica e la pubblicazione.
    I rappresentanti delle parti economico/sociali interessate possono prendere attivamente parte all’iter di elaborazione di una norma, partecipando ai lavori dello specifico organo tecnico (gruppo di lavoro, sottocommissione o commissione tecnica) o limitandosi ad inviare all’ente di normazione i propri commenti in fase di inchiesta pubblica.
    PERCHE’ PARTECIPARE?
    Partecipare o no? Secondo una ricerca DIN, il 50% delle imprese ritiene che, partecipando ai lavori di normazione, sia riuscita ad avere un’influenza grande/molto grande nella definizione delle norme e il 47% delle aziende partecipanti al processo normativo è riuscito ad evitare l’inserimento di argomenti problematici o è riuscita ad inserire argomenti desiderati. Da una ricerca Acqua Partners è emerso un elevato consenso – degli oltre 300 manager italiani intervistati – sul fatto che partecipando all’attività di normazione è possibile scambiare informazioni, studi, stimoli che facilitano l’innovazione e che è possibile avere un vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti. Un buon livello di condivisione ha raggiunto anche l’affermazione che partecipando all’attività di normazione è possibile diminuire il costo delle attività di ricerca e sviluppo. In sintesi, i motivi principali che spingono le organizzazioni a contribuire all’attività di normazione sono:
    -influire sulla definizione dei contenuti delle norme e non subire requisiti stabiliti dai concorrenti,
    -essere informati sui futuri sviluppi normativi, con tempi e costi di adattamento ridotti e, quindi, con vantaggi competitivi sulla concorrenza,
    -essere aggiornati sullo “stato dell’arte” dei prodotti/servizi/ processi relativi alla propria attività, ridurre i costi della ricerca ed i rischi ad essa connessi, confrontando con gli altri partecipanti il proprio know-how.
    Sono proprio gli esperti delle imprese, “i professionisti”, i rappresentanti della pubblica amministrazione e dei consumatori che possono fare le norme: partecipando all’attività di normazione hanno la possibilità di fare le regole del proprio mercato, anziché di subirle!
    LA NORMAZIONE OGGI
    L’attività di normazione consiste nell’elaborare – attraverso la partecipazione volontaria, la consensualità e procedure di trasparenza – documenti tecnici che, pur essendo di applicazione volontaria, forniscano riferimenti certi agli operatori e possano pertanto avere una chiara rilevanza contrattuale. A volte l’argomento trattato dalle norme ha un impatto così determinante sulla sicurezza del lavoratore, del cittadino o dell’ambiente che le Pubbliche Amministrazioni fanno riferimento ad esse richiamandole nei documenti legislativi e trasformandole, quindi, in documenti cogenti. in ogni caso, mano a mano che si diffonde l’uso delle norme come strumenti contrattuali e che, di conseguenza, diventa sempre più vasto il riconoscimento della loro indispensabilità, la loro osservanza diventa quasi “imposta” dal mercato. È proprio la progressiva trasformazione dei mercati da locali, nazionali, ad europei ed internazionali che ha portato ad una parallela evoluzione della normativa da nazionale a sovranazionale, con importanti riconoscimenti anche dal WTO (World Trade Organization). Da qui la vasta partecipazione di Paesi, oltre 160, alle attività dell’ISO e l’importanza che le sue norme, pur essendo di libero recepimento da parte degli organismi di normazione suoi membri, rivestono sui mercati mondiali. A differenza dell’ISO il mondo europeo delle normazione è strettamente interrelato con un corpo sempre più completo di direttive dell’Unione Europea e ha dovuto, quindi, darsi regole interne più rigide: gli organismi di normazione membri del CEN sono infatti obbligati a recepire le norme europee e a ritirare le proprie, se contrastanti. In tale contesto è evidente che l’attività normativa nazionale si sta via via limitando a temi più specificatamente locali o non ancora prioritari per studi sovranazionali e sta sempre più organizzando le proprie risorse per contribuire alle attività europee ed internazionali. Dal principio del secolo ad oggi, l’evoluzione della normazione non si è solo concretizzata in un allargamento di orizzonti geografici: la normazione ha infatti subito anche una sensibile evoluzione concettuale, che l’ha portata ad abbracciare significati sempre più ampi. Oggi l’attività di normazione ha per oggetto anche la definizione dei processi, dei servizi e dei livelli di prestazione, intervenendo così in tutte le fasi di vita del prodotto e nelle attività di servizio. Non solo: oggi la normazione si occupa anche di definire gli aspetti di sicurezza, di organizzazione aziendale (UNI EN ISO 9000) e di protezione ambientale (UNI EN ISO 14000), così da tutelare le persone, le imprese e l’ambiente.
    LA CERTIFICAZIONE
    La certificazione, Il marchio di conformità UNI, I prodotti a marchio UNI, Il Keymark.
    La certificazione è una procedura con cui una terza parte indipendente dà assicurazione scritta che un prodotto, un servizio, un processo o una persona è conforme ai requisiti specificati. La certificazione di prodotto/servizio è una forma di “assicurazione diretta”, con cui si accerta la rispondenza di un prodotto tangibile o intangibile ai requisiti applicabili. La certificazione di sistema, assicura la capacità di unA organizzazione (produttrice di beni o erogatrice di servizi) di strutturarsi e gestire le proprie risorse ed i propri processi in modo da riconoscere e soddisfare i bisogni dei clienti, impegnandosi al miglioramento continuo. È una forma di “assicurazione indiretta” e riguarda in particolare i sistemi di gestione per la qualità (ISO 9001); per l’ambiente (ISO 14001); per la sicurezza delle informazioni (ISO 27001); per la sicurezza alimentare (ISO 22000). La certificazione del personale assicura che determinate figure professionali possiedano, mantengano e migliorino nel tempo la necessaria competenza, intesa come l’insieme delle conoscenze, delle abilità e delle doti richieste per i compiti assegnati. Ha particolare valore per la corretta realizzazione di attività di particolare criticità, per le quali la sola disponibilità di risorse strumentali e procedure operative può non essere sufficiente. La credibilità delle certificazioni dipende dalle organizzazioni che le emettono: la qualificazione degli organismi di certificazione viene indicata con il termine “accreditamento”. Si tratta di procedure eseguite da Enti di parte terza (Enti di accreditamento: in Italia ACCREDIA) che si assumono l’onere di accertare l’oggettiva aderenza da parte degli organismi di certificazione alle prescrizioni indicate dalle diverse norme che ne regolano l’attività.
    La definizione dei criteri sulla base dei quali viene condotta questa verifica non poteva essere lasciata alla discrezione dei singoli stati nazionali, proprio per le dimensioni del mercato internazionale e per il rispetto del principio della libera circolazione delle persone e delle merci. In Italia, in Europa e nel mondo la serie di norme ISO/IEC 17000 rappresenta il quadro di riferimento normativo imprescindibile per gli Enti di accreditamento, per gli organismi di certificazione di prodotti, di sistemi di gestione, del personale, di ispezione e per i laboratori di prova e taratura, poiché esplicitano i requisiti di professionalità e di competenza che gli organismi e i laboratori sopra citati devono soddisfare.
    CHI SIAMO:
    UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) è un’associazione privata senza fine di lucro fondata nel 1921 e riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie – le cosiddette “norme UNI” – in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario (tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico). I soci UNI sono imprese, professionisti, associazioni, enti pubblici, centri di ricerca e istituti scolastici. UNI rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (CEN) e mondiale (ISO).
    LA MISSIONE
    Scopo dell’Ente è l’elaborazione di norme tecniche che contribuiscano al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema economico-sociale italiano e che siano strumenti di supporto all’innovazione tecnologica, alla competitività, alla promozione del commercio, alla protezione dei consumatori, alla tutela dell’ambiente, alla qualità dei prodotti e dei processi.
    LE NORME
    Le norme UNI sono documenti che definiscono lo stato dell’arte di prodotti, processi e servizi, specificano cioè “come fare bene le cose” garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. Sono documenti elaborati consensualmente dai rappresentanti di tutte le parti interessate mediante un processo di autoregolamentazione trasparente e democratico, e – pur essendo di applicazione volontaria – forniscono agli operatori riferimenti certi, anche di rilevanza contrattuale. Le norme tecniche, quindi, sono soluzioni: sono un capitale di conoscenza di valore inestimabile, a disposizione dei professionisti e delle imprese di ogni dimensione, per ottenere forniture di qualità, contenere i costi, rendere più efficiente la propria organizzazione. E ancora, migliorare ed innovare i prodotti, avere un rapporto contrattuale chiaro con i fornitori e i clienti.
    Professioni non regolamentate e sicurezza sul lavoro: due appuntamenti a SiACeN 2011, Martedì 17-5-2011, siacen_2011Nell’ambito della manifestazione SiACeN 2011, il 1° Congresso Nazionale sui Sistemi di Gestione, Accreditamenti, Certificazioni, Notifiche organizzato da ANGQ e AICQ e che vede UNI tra i patrocinatori, segnaliamo due appuntamenti che si terranno entrambi il giorno 19 maggio. Rispondere alla domanda “qualifica o certificazione delle figure professionali non regolamentate? Una soluzione potrebbe non escludere l’altra” è l’obiettivo della plenaria “Qualifica/certificazione delle professioni non regolamentate”, in programma nella mattinata di giovedì 19 maggio. Da anni si dibatte sull’argomento e, forse, si sta intravedendo una soluzione definitiva che non può non tenere conto di quanto già fatto da diverse organizzazioni e delle indicazioni emergenti dal mondo della certificazione in ambito di mutuo riconoscimento europeo e mondiale (IPC). Un tema di grande interesse per migliaia di professionisti ed operatori (associazioni di categoria, organismi di certificazione, scuole di formazione, ecc.) che non mancherà di suscitare un’interessante dibattito. Il moderatore della plenaria sarà Ruggero Lensi, direttore Relazioni esterne, sviluppo e innovazione dell’UNI, che interverrà anche in qualità di relatore nel corso dell’incontro.

    Risposta
  5. patroc, strag. Riccardo Nicotra (Catania)

    Cosa aspetta il Governo Italiano a promulgare la legge richiesta dai patrocinatori stragiudiziali, nel rispetto della Costituzione, del Treattato di Lisbona, delle Direttive Europee, vecchie nuove?

    COSTITUZIONE ITALIANA:
    Art. 35.
    La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
    Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.
    Art. 36.
    Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
    La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

    Risposta

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