Tremiladuecento euro per ogni “colpo di frusta” (e non solo) non pagato! Colpo grosso al Senato dei furbetti delle assicurazioni!

Un blitz delle in Commissione Industria che ha visto l’approvazione di formulati tesi a svilire per l’ennesima volta il diritto delle vittime della strada ad ottenere un giusto ed equo risarcimento. Dietro il sapore demagogico e suggestivo della lotta ai “furbetti del colpo frusta” si nasconde invece l’ennesima solenne fregatura sia per le vittime della strada che per gli assicurati i quali mai vedranno riduzioni dei premi. E’ l’ennesima volta infatti che il Parlamento cede alle pressioni delle Compagnie,  ai desiderata di un oligopolio di imprese che ormai risarcisce i danni come vuole, dove vuole, quando vuole e che ora non  vorrebbe non risarcire più nulla.

Ripercorriamo quali regali hanno ottenuto negli ultimi dieci anni.

Hanno ottenuto, con l’avallo delle associazioni dei consumatori del CNCU;   la legge 57/01, che ha decurtato il valore economico dei risarcimenti e consentito l’introduzione della tabella per le cosiddette lesioni di lieve entità  (cioè lesioni da 1 a 9 %) da utilizzare in caso di danno conseguenza solo di un incidente stradale. Il risultato è stato il dimezzamento del valore dei risarcimenti per questo tipo di lesioni dietro la promessa di un abbassamento dei premi.

Risultato: le polizze hanno continuato a salire.

Poi è stata la volta di quel nefasto meccanismo chiamato “indennnizzo diretto”, il cui regolamento attuativo ha lasciato le vittime della strada in balia delle assicurazioni prive di assistenza di un professionista. La norma fu approvata perché si promettevano mirabolanti riduzioni dei premi.

Sono passati cinuqe anni e le riduzioni nessuno le ha viste.

Si è visto anzi il contrario come era prevedibile per le stesse caratteristiche di un sistema che premia speculazioni da ambo le parti e che il legislatore dovrebbe rottamare con urgenza anche su invito di quattro pronunce della corte costituzionale che hanno minato l’essenza stessa della norma.

Poi ci sono state le sentenze della Corte di Cassazione a sezioni Unite che hanno consentito alle compagnie di “precarizzare” il risarcimento del danno morale. Sentenze strane e firmate da Vincenzo Carbone, allora presidente della Suprema Corte e ancor oggi presidente onorario dell’Associazione Melchiorre Gioia, punta di diamante della medicina legale fiduciaria delle Compagnie che ha già pronto un convegno dal titolo surreale “tornare indietro per andare avanti”.

Poi c’è il rischio dell’approvazione di uno schema di risarcimento che dimezza i valori per le lesioni gravi, frutto di un lavoro ministeriale dove gli esperti delle compagnie hanno fatto il bello e il cattivo tempo.

Adesso si vogliono di fatto eliminare tutti i risarcimenti se non evidenziati da una somministrazione di radiazioni nocive ed esami invasivi aprendo le porte alla medicina “accertativa” e, come è prevedibile, a nuovi rami d’affare per chi opera nell’industria della speculazione. Il Sindacato dei Medici Legali è Insorto, l’Associazione Familiari Vittime della Strada teme che questo sia l’inizio di un ennesimo percorso riduzionistico.

Tutto ciò per abbassare le polizze?

Non crediate a questa palese fandonia anche perché nel decreto liberalizzazioni mentre Senatori di ogni schieramento  sedotti dal lobbista di turno firmavano gli emendamenti contro “il colpo di frusta” (magari contenti di aver adempiuto ad una azione meritevole di encomio) non sapevano che tecnicamente le compagnie, pagando nulla o quasi tali voci di danno, continueranno ad intascare circa 3200 euro per ogni sinistro con lesioni così come stabilito per legge dai forfait della procedura di risarcimento diretto.

Di chi è la frode, di chi è la speculazione dunque?

Si tenga presente infine che la funzione sociale della RC auto obbligatoria è quella di garantire sempre e comunque ai danneggiati il pieno risarcimento di ogni danno patito, che va risarcito nella stessa forma e misura dei danni che il cittadino può patire per causa diversa dalla circolazione stradale. Invece gli interventi che si sono succeduti nel tempo stanno trasformando il sistema da risarcitorio, e il risarcimento deve essere integrale, ad un sistema di indennizzo che è altra cosa e per sua natura può non essere integrale. Questa trasformazione del sistema della RC auto non è conforme a Costituzione e il rischio è che l’impianto giuridico, edificato in modo disorganico, possa presto crollare sotto la scure della Corte costituzionale travolgendo proprio le imprese assicuratrici a favore delle quali da dodici anni si sta legiferando.

 

 

 

9 Commenti

  1. Glauco

    Oltre a quanto perfettamente esposto nella nota sopra scritta, direi che forse è il caso di non parlare più di liberalizzazioni ma di favoritismi a senso unico, come da anni succede, alle solite lobby assicuratrici. Certo è che fino a quando nei CDA delle Compagnie figurano personaggi legati a filo doppio, se non molte volte tali figure si sovrappongono, a chi ha il potere di spingere il “bottone” decisionale, nulla potrà cambiare e chi ne fa le spese e sempre il semplice cittadino che assiste inerme a chi decide sul suo futuro, senza possibilità di replica.
    Consideriamo anche che non l’ultima fusione tra Fondiaria-Sai//Unipol ormai si sono ridotte a quattro i gruppi che controllano il mercato Assicurativo Italiano. E’ fin troppo facile intuire quanto poco ci voglia a questi signori stabilire nuove regole di mercato.

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  2. studionicotradr@inwind.it

    A me sembra a naso, truffa, in quanto utilizzano artifizi, e forse anche associazione, che ne pensate?
    Truffa: da Wikipedia, l’enciclopedia libera: La truffa è l’ottenimento di un vantaggio a scapito di un altro soggetto tramite l’inganno (nel diritto anglosassone si parla di “false rappresentazioni”[1]). È un reato previsto dal codice penale italiano. La parola “truffa” deriva dal francese “truffe” (tartufo), in quanto già nell’antichità il prezioso tubero veniva utilizzato per ingannare ignare e golose vittime. A sua volta il termine “infinocchiare” (che ha il senso di “truffare, imbrogliare”) ha simili origini, in quanto deriva dalla pratica di aggiungere semi di finocchio al vino per migliorarne il gusto[2].
    La truffa nel diritto italiano
    Reato di Truffa, fonte: Codice penale italiano Articolo 640 c.p.
    Competenza tribunale monocratico. Procedibilità querela; d’ufficio nelle ipotesi del 2° e del 3° co. Arresto facoltativo. Fermo no. Pena prevista: reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da euro 51 a 1.032, reclusione da 1 anno a 5 anni e con la multa da € 309 a € 1.549.
    Nell’ordinamento giuridico italiano la truffa è un reato previsto dall’art. 640 del codice penale ed è un esempio di reato a forma vincolata. È definita come attività ingannatoria capace di indurre la parte offesa in errore attraverso artifici e raggiri per indurla a effettuare atti di disposizione patrimoniale che la danneggiano e favoriscono il truffatore o altri soggetti, procurando per quest’ultimi un profitto corrispondente al danno inferto alla vittima. È un reato a dolo generico e di evento, cioè si consuma nel momento della verifica dell’evento dannoso per la vittima e proficuo per il reo. È perseguibile a querela di parte a meno che non si verifichi una delle circostanze aggravanti previste dall’art. 61 C.P., nel qual caso è perseguibile d’ufficio. Sono inoltre previste due circostanze aggravanti speciali che rendono il reato parimenti procedibile in quest’ultima forma:
    se la truffa è a danno dello Stato o di altro ente pubblico
    se è commessa facendo nascere nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario o l’erroneo convincimento di dover eseguire un ordine dell’autorità.
    Sono previste inoltre speciali fattispecie di reato autonome, ovvero la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis C.P.), la frode informatica (art. 640-ter C.P.) e la frode assicurativa (art. 642 C.P.).
    Attualmente (dal 1 gennaio 2010 in Italia) è possibile intentare una azione collettiva (class action) in caso di truffa che coinvolga una pluralità di individui che abbiano un diritto leso comune[3].
    Truffa ai danni di persone fisiche
    La truffa ai danni dei singoli, come quelle che colpiscono le società consistono in primo luogo nell’individuare le vulnerabilità della vittima (stato di salute fisico, psicologico, economico, gusti e preferenze personali) operando in tre fasi:
    raccolta illegale di informazioni personali (dati anagrafici, medici, abitudini quotidiane, età), con telefonate, pedinamento o interrogazione di vicini di casa impersonando pubblici ufficiali, amici, tecnici riparatori.
    utilizzazione delle informazioni per scegliere la truffa che meglio si adatta alla vittima.
    scelta del momento e del luogo ideale, spesso un orario in cui un condominio o un vicinato sono meno frequentati o in cui la vittima è sola in casa, o se in piena strada, simulando una situazione di emergenza (es. un incidente). Le truffe più diffuse sono più spesso a danno di persone sole, spesso anziani ma anche coloro che soffrono di una situazione di disagio, malattia o che non sono in grado di intendere e di volere (circonvenzione di incapace), perciò meno attente ai pericoli esterni. Il truffatore può carpire la buona fede di una persona per diversi scopi:
    raccogliere dati sensibili senza il consenso dell’interessato (violazione della privacy) per vendere i dati ricavati a terzi.
    farsi dare soldi in cambio di beni o servizi inesistenti.
    fare firmare un contratto-capestro con la scusa di raccogliere delle firme per una petizione.
    introdursi in casa altrui e portare via beni di valore distraendo la vittima con l’aiuto di un complice.
    richiedere un congruo anticipo su un’eredità (finte tasse o spese postali), un premio, un posto di lavoro fittizio.
    richiedere una partecipazione azionaria a una società fittizia dietro promessa di ingenti guadagni.
    assumere un rappresentante o un artigiano chiedendogli però di anticipare le spese per l’acquisto dei materiali di lavorazione.
    fare lavorare gratis una persona spacciando la propria società per ente senza scopo di lucro.
    utilizzare illegalmente i diritti di autore di una persona per le proprie pubblicazioni.
    indurre con l’inganno un utente internet a fare una connessione (cfr. dialer, malware) particolarmente costosa.
    indurre con l’inganno a telefonare a un numero a tariffa elevata (spesso un numero con 899… o prefisso estero 00…).
    vendere un prodotto con pubblicità ingannevole, descrivendolo o ritraendolo come migliore (talvolta diverso) o meno costoso di quanto non sia in realtà.
    indurre con l’inganno a firmare un contratto di assunzione per un impiego/prestazione diverse da quelle specificate o diversamente retribuito rispetto a quanto specificato o con mansioni o orari extra rispetto al contratto (cfr. diritto del lavoro, sindacato).
    Il truffatore può sollecitare con l’inganno via telefono, e-mail o finte televendite inducendo a:
    acquisti di beni inesistenti o di valore inferiore a quello dichiarato,
    richiedendo numeri di carte di credito o debito con vari stratagemmi, ad esempio una donazione per false associazioni benefiche.
    indurre dolosamente la vittima a attivare contratti per servizi non richiesti.
    In tutti i casi però la sola telefonata o l’invio di e-mail (spam) senza previo consenso della persona costituisce da solo (anche in assenza di dolo) estremo di reato (violazione della privacy).
    Frequenti sono anche la richiesta di compensi elevati a immigrati dietro promessa di rilascio del permesso di soggiorno o della cittadinanza italiana. Molte sono oggi le donne straniere che lasciano il loro paese dietro promessa di un lavoro, ma che sono poi costrette con la forza a prostituirsi o esercitare delle attività illecite. Alcune sette e presunti “maghi” con falso proselitismo o dietro promessa di guarigioni miracolose mettono in pericolo la vita stessa della persona, spesso inducendolo all’alienazione dai propri beni, dalla propria famiglia e/o alla rinuncia delle cure mediche indispensabili alla guarigione. Pur essendo stato abolito il reato di plagio, il reato di circonvenzione di incapace può essere invocato a difesa della vittima se la perizia psichiatrica ne accerti la incapacità temporanea o permanente per avvenute pressioni psicologiche sulla persona.

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  3. Maurizio

    Penso che la via diplomatica sia al capolinea, intervenire con forza manifestando pubblicamente, il quale avrebbe una cassa di risonanza maggiore. Denunciare il forte conflitto d’ interesse nelle aule del parlamento e loro commisioni.
    Proporre e sottoporre delle leggi di iniziativa popolare.
    Denunciare le associazioni dei consumatori le quali vengono meno ai loro fini. Rifiutare di pagare i premi RCAuto perchè troppo alti, costringere l’ Antitrast a vigilare sulle compagnie.
    Vorrei vedere i colossi assicurativi se gli utenti non assicurasserò più i loro mezzi, andrebberò nel caos più totale, insomma il far west. Tutto gira intorno ai famigerati EURO? Quelli devono venire meno a chi pensa di sottrarli a noi.

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  4. marco

    ORA BASTA BISOGNA DARE UN SEGNALE FORTE.
    QUI CHI CI RIMETTE SIAMO SEMPRE NOI, NON E’ POSSIBILE CHE VALGA ANCORA LA SCUSA DEI FURBETTI E DEI SINISTRI FALSI.
    SE I PREMI ASSICURATIVI PER IL RISARCIMENTO DIMINUISCONO, DI CONSEQUENZA DEVONO DIMINUIRE ANCHE LE POLIZZE ASSICURATIVE………..

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  5. diana

    aiuto il 27 settembre del 2011 mihanno tamponato ,mi hanno firmato ic cid avevopienamente ragione.ed ho gia speso 1000 eoro di visite e certificati vari adesso ad inizio marzo ho chiuso ed il mio medico legale chiede 6 punti all assicurazione mi pagheranno o no .cioè questa legge è retroattiva ?

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    1. Marco

      Mi occupo di Infotunistica Stradale, e in questi anni ho assitito alla continua svalutazione del Risarcimento Alla Persona messo in opera con artifizi legali e non messi in pratica dalle compagnie di assicurazione, che da cio’ anno beneficiato di risultati economici incredibili senza ma aver dato benefcio alcuno sui premi assicurativi agli Assicurati, e senza alcuna certezza ma come consiglio, Le posso dire di considerare questa nuove esigenza di documentare con accertamenti diagnostici il Suo grado di invalidita’, sotto l`aspetto peggiorativo per Lei, vedra` che non sbagliera`, Si faccia integrare la Sua perizia con accertamenti diagnostici, tanto le compagnie interpretano sempre questi cado’ che il governo da 12 anni gli da’ , retroattivi, anche perche fare una. causa per dimostrarne il contrario e’ sempre un deterrente a loro vantaggio.

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  6. patroc. strag. Riccardo Nicotra (CT)

    Dal sito del OUA: COMUNICATO STAMPA
    GIUSTIZIA E LIBERALIZZAZIONI, SI FERMANO I TRIBUNALI: DA DOMANI FINO AL 23 MARZO SCIOPERO DEGLI AVVOCATI. NEL PRIMO GIORNO DI ASTENSIONE SI TERRÀ A ROMA LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A PIAZZA CAVOUR. IL 23 E 24 A MILANO CONGRESSO STRAORDINARIO FORENSE
    OGGI, ALLE 15, INCONTRO CON IL MINISTRO PAOLA SEVERINO
    Alla vigilia dell’astensione dalle udienze dal 15 al 23 marzo e della giornata di manifestazione nazionale che si terrà domani, a Roma, in Piazza Cavour, il presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla, evidenzia l’importanza di queste giornate di protesta, ricorda che culmineranno con l’apertura del Congresso Straordinario Forense a Milano (23 e 24 marzo), e sottolinea le ragioni dello sciopero, prima dell’incontro di oggi pomeriggio con il Ministro della Giustizia, Paola Severino: «Domani arrivano a Roma migliaia di avvocati, mentre in tutta Italia 230mila legali incrociano le braccia contro la rottamazione della macchina giudiziaria, le liberalizzazioni selvagge e per chiedere una vera riforma della giustizia. Oggi incontreremo il Ministro Severino e rappresenteremo le ragioni di chi difende i diritti dei cittadini anche fuori dalle aule dei Tribunali». «Al Governo – continua – abbiamo chiesto di cogliere le diverse sollecitazioni che provengono dalla società civile, dagli avvocati in concreto, dalle stesse forze politiche, dal Parlamento, per quanto riguarda sia le liberalizzazioni sia gli interventi sulla giustizia. Oltre al nodo delle tariffe, abbiamo posto anche altre questioni: il rinvio dell’entrata in vigore delle materie escluse dalla conciliazione obbligatoria, condomini e incidenti, in attesa dei pronunciamenti della Corte Costituzionale e delle Corte di Giustizia Europea. Un bilancio critico di questo sistema e dei dati emersi dallo stesso Ministero che ne certificano il fallimento per le finalità deflattive, nonché della scarsa adesione dei cittadini, visti i costi eccessivi. L’eliminazione della norma che consente la presenza di soci di capitale negli studi professionali, perché portatrice di evidenti conflitti di interessi, di ingerenze malavitose (riciclaggio) e perché è del tutto inutile per aumentare la competitività del settore». «Infine – conclude de Tilla – abbiamo auspicato che si ritorni a dialogare, chiedendo al Ministero un tavolo di confronto per evitare l’inutile e dannosa chiusura di piccoli Tribunali e uffici di giudici di pace e per discutere del riequilibrio sul territorio del servizio giustizia, preservando i presidi di legalità e sicurezza. Ma anche per cominciare ad analizzare le decine di proposte concrete avanzate dagli avvocati per far funzionare davvero la macchina giudiziaria, contenute nel “Decalogo Oua” e nel “Patto per la Giustizia e i Cittadini”: innovazione, estensione (reale) del processo telematico, tribunali tecnologici, manager e aziendalizzazione, diffusione delle prassi positive, autogestione delle risorse e degli uffici, riforma del giudice laico, implementazione di meccanismi extragiudiziali volontari. Anche oggi, alla vigilia dello sciopero che prende l’avvio domani fino al 23 marzo, al Ministro Severino ribadiremo questa nostra impostazione: fermi nei principi, pronti e disponibili nelle proposte». Roma, 14 marzo 2012

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  7. Pingback: Liberalizzazioni Rca: le Assicurazioni quanto ci guadagnano? « Paoblog

  8. dany

    NON RESISTO ALLA TENTAZIONE DI FAR NOTARE QUANTO SEGUE: I “FURBETTI DEL COLPO DI FRUSTA” SONO SPESSO LEGATI IN QUALCHE MODO AD ASSOCIAZIONI CRIMINALI CHE GARANTISCONO LORO ESAMI RX, ECOGRAFIE E RISONANZE MAGNETICHE DI FAVORE.
    IL RISULTATO E’ CHE I FURBETTI CONTINUERANNO AD ESSERE PAGATI COME E PIU’ DI PRIMA ( ES. SI INVENTERANNO QUALCHE PROBLEMA INESISTENTE AI LEGAMENTI, OBBIETTIVATO DA RISONANZE MAGNETICHE “SBAGLIATE”, O COLPO DI FRUSTA CON TANTO DI IMMAGINE RX CON UNA POSA DEL SOGGETTO STUDIATA A TAVOLINO), MENTRE LE PERSONE ONESTE CHE HANNO LAMENTATO O LAMENTANO DOLORI PER DELLE CONTUSIONI CHE RICHIEDONO SPESE MEDICHE, VISITE E CONTROLLI NON AVRANNO UNA LIRA.
    P.S. NON AVRANNO UNA LIRA NEMMENO COLORO CHE PERDONO UN CONGIUNTO A SEGUITO DI INCIDENTE STRADALE E LAMENTANO SINTOMI DI DEPRESSIONE AFFETTIVA.
    RISULTATO…FATE VOI!!!!

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